Speciale

iIl canto polifonico delle donne tra i sentieri del monte Bulgheria / Voce a vento

21 Giugno 2018

 

VOCE A VENTO di Claudia Losi

un progetto dell’associazione Jazzi, a cura di Katia Anguelova

Inaugurazione: 23 giugno 2018 alle ore 18.30 

24 giugno – 24 settembre 2018

Partenza: ore 18.30H / Licusati (Camerota) Chiesa di Maria SS. Annunziata, Seguito da: rinfresco allo jazzo della Cropana

Per maggiori informazioni & prenotazioni: urbani.ilaria@gmail.com /  info@jazzi.it

Ufficio stampa: Ilaria Urbani /mob: 3395974415

 

Al vento stanno bandiere, aquiloni, preghiere, saluti per i nomadi, vele che viaggiano, teli che proteggono, panni che asciugano: una differente famiglia di parole che tiene vivo negli occhi il racconto di ogni uomo.

 

L'Associazione Jazzi tra le sue principali finalità ha l'obiettivo di favorire un nuovo modo di abitare la Natura attraverso un programma di valorizzazione e narrazione del patrimonio ambientale, materiale e immateriale, che nello specifico ha riguarda l’area di Licusati (Camerota) a ovest del Monte Bulgheria, all'interno del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano (Salerno), ma potrebbe costituire un modello anche per altre aree del nostro territorio, ciascuna secondo le proprie peculiarità.

Uno degli strumenti per dar corpo a questo progetto che si estende per almeno tre anni (per gli altri si vedano i resoconti che si trovano nel nostro speciale e nella sito web dell’Associazione) è la realizzazione di una serie di interventi site-specific, a cura di Katia Anguelova, commissionati a artisti di rilevante caratura internazionale e nazionale il cui curriculum presenta già opere orientate nella direzione perseguita dall’Associazone.

 

La prima opera, Voce a Vento, è stata realizzata da Claudia Losi, nata a Piacenza nel 1971, con al suo attivo mostre e installazioni in prestigiose gallerie e musei di numerosi paesi e la partecipazione a importanti rassegne internazionali. Interessata a diverse discipline – dalle scienze naturali all’etnologia, dalla geologia alla cartografia, dalla poesia alla letteratura – l’artista utilizza i media più diversi per esprimere la sfaccettata relazione tra l’uomo e l’ecosistema e per riflettere sui temi del viaggio e dell’esplorazione come esperienze conoscitive.

 

Il luogo dell’installazione Voce a Vento sono le pendici del Monte Bulgheria, dove sarà visibile a tutti a partire dal 23 giugno 2018 alle 18.30 fino al 24 settembre.

 

 

Come per quasi tutte le opere e i progetti dell’artista piacentina la realizzazione di Voce a Vento, è stata preceduta da un lavoro di perlustrazione e conoscenza del luogo e dei suoi abitanti o frequentatori. L’opera nasce dall’incontro con il luogo che l’opera prende forma, il progetto non lo precede: non si adatta o si cala nello spazio individuato, con tutte le sue caratteristiche ambientali, biologiche e culturali, ma ne scaturisce e da esso viene vivificato. È la relazione con il territorio, con le tracce di ogni genere in esso sedimentate e le emozioni che suscitano, che innesca la possibilità di una nuova visione, che ha bisogno di tempo per sedimentare e crescere e nel tempo a sua volta si dispiega e prende forza.

 

La collaborazione con figure di campi e luoghi differenti è una delle costanti del suo lavoro, che ne assicura la ricchezza e la varietà anche formale senza pregiudicarne la coerenza e l’organicità del legame con il territorio di volta in volta scelto e le caratteristiche salienti in esso individuate.

 

In questa occasione Claudia Losi propone un’azione poetica di carattere visivo e sonoro. L’intento è percepire e raccontare i luoghi, restituendo spazio e senso a un immaginario collettivo del territorio. Si tratta di un “rimettere al mondo” la memoria dello spazio attraverso un rapporto reale e fisico con e nei luoghi (Landscape-Mindscape-Walkscape).

 

La prima parte del progetto, svoltasi a inizio primavera, ha reso questi territori un “laboratorio camminato”, durante il quale diversi invitati, individuati dall’artista, hanno percorso e guardato insieme ai partecipanti alcuni sentieri del Monte Bulgheria, raccontando ognuno a modo proprio cosa significhi “fare paesaggio”.

 

Da queste esperienze condivise e a partire dalle suggestioni proposte dagli ospiti, l’artista ha composto un testo che abiterà temporaneamente questi monti di calcare.

La storia prodotta è un intreccio di frasi – un viaggio tra gli ulivi e i muretti a secco – che contiene il mondo vegetale, animale, geologico, umano, atmosferico. Le parole diventano una mappa-paesaggio che “nasce dalle voci degli esseri umani che ne fanno parte” (Ugo Morelli).

 

Musicato da Meike Clarelli, il testo sarà interpretato dalle voci di una trentina di donne disposte lungo un sentiero. Le voci femminili riempiranno lo spazio con un canto polifonico che segue uno schema musicale ricco e complesso. Durante il tramonto il Monte Bulgheria si trasformerà in un teatro naturale attraverso un’esecuzione che intreccia lo spazio fisico e le mappe testuali. La tradizione orale si fa musica, la voce si diffonde e soffia nella valle.

 

Lungo il percorso saranno temporaneamente installate delle maniche a vento. Le maniche a vento – un particolare tipo di anemoscopio, un rudimentale misuratore del vento – vengono trasformate e reinterpretate dall’artista nell’azione poetica. Diventeranno così delle “voci a vento” che si muovano e mutano, nelle bocche delle donne, trasportate da un vento imprevedibile, che può esserci o sottrarsi allo spettacolo. Non sono semplici decori e attrattori dello sguardo che marcano il paesaggio e dirigono la nostra percezione, ma oggetti la cui funzione viene messa in dubbio, forme mutevoli che convivono con la forza del vento, abitano l’aria e incorporano le melodie vocali.

 

Le “maniche a vento” saranno ospitate in loco fino il 24 settembre 2018 per ricomparire durante gli eventi negli anni a venire.

 

Alla realizzazione hanno collaborato Antonio Marras per i costumi e Dora Hristova, direttrice d’orchestra del coro Le Mystère des voix bulgares.

Per Voce a vento hanno collaborato:

Musiche originali e preparazione cori: Meike Clarelli (Amigdala)

Drammaturgia sonora e arrangiamenti: Davide Fasulo, Meike Clarelli

Assistenti alla conduzione: Elisabetta Dallargine, Fulvia Gasparini

Produzione in loco: Liviano Mariella e Agostino Granato

Il coro Le Chemin des Femmes: il coro Kamaraton di Camerota; il coro Vivat di Lentiscosa.

Con la partecipazione speciale di Elena Bojkova, cantante del coro Le Mystère des voix bulgares.

Meike Clarelli, musicista, cantante e ricercatrice vocale. Dal 2014 fa parte del Collettivo Amigdala con cui realizza opere installative-perfomative sonore e con cui collabora alla direzione musicale del Festival Periferico.

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