Denton Welch. Voce da una nube

25 Febbraio 2014

Denton Welch, scrittore, pittore, lungo la sua breve vita scrive tre romanzi; due li ha visti pubblicati (Maiden Voyage nel 1943 e In Youth is Pleasure nel 1944), il terzo fu pubblicato postumo (Through a Cloud, nel 1950). Scrisse e pubblicò inoltre una raccolta di racconti (Brave and Cruel, pubblicata nel 1946); postumi (nel 1952) uscirono i Journals, incentrati sui suoi racconti di viaggio e Grandfather’s House (1958), rimasto a livello di bozza.

 

Tre romanzi sono pochi per la nostra editoria smemorata. In italiano sono stati disponibili solo i romanzi; molto raramente. Nel 1948 Maria Luisa Giartosio De Courten tradusse per Bompiani Maiden Voyage che uscì, col titolo Viaggio inaugurale, nel “Pegaso letterario”, una collana importante (sottotitolo: Opere brevi di varia letteratura; 1947 – 1956, le era affiancata la gemella “Pegaso teatrale”) quanto eccentrica negli accostamenti: esordisce nel 1947 affiancando Lo straniero di Camus a La siccità di Romano Bilenchi a La perla di Steinbeck a Il Sempione strizza l’occhio al Frejus di Vittorini, in una veste grafica sobria ed essenziale: sono volumi in brossura, la copertina è in un cartoncino appena più spesso delle pagine, azzurro chiaro, solcata nella seconda metà da una larga banda chiara che ospita, sempre uguale, un disegno di un cavallo alato; il titolo, in font graziate, è scritto in stampatello, in alto, segue, molto piccolo, il “di” e più sotto, in corsivo il solo cognome dell’autore.

 

Lì, col numero 14, esce Welch, per presto scomparire dal panorama italiano per decenni. Il volume riporta un breve scritto di Edith Sitwell, alcun accenno alla sua omosessualità vi è riportato. Né comparirà nell’edizione del Viaggio che ne fece, quasi quarant’anni dopo, nel 1990, Einaudi, nei Supercoralli, tacendo naturalmente di riproporre la traduzione del 1947, solo lievemente rimaneggiata. Nel 1971 invece Mondadori fa tradurre finalmente, a Gabriella Fiori Voce da una nube. Anche qui nessun accenno all’omosessualità o a un desiderio omosessuale, se non un corsivo non necessario e in questo allusivo e quasi inconscio, nel risvolto di copertina: “egli scopre di essere divenuto qualcosa di diverso, di radicalmente estraneo”.

 

La copertina di Bruno Binosi è astratta e illustra il titolo più che il testo e gli dona una vaga allure di rotocalco nel gioco dei retini, che è molto distante dalla preziosità maniacale della scrittura e degli scenari di Welch. Anche Voce da una nube sparì e ci vollero più di trent’anni per vederlo ricomparire. L’edizione Mondadori del 1971 riporta una premessa di Eric Oliver, dove si può leggere: “si trasferì in una casa più grande, nella zona di Wrotham; qui andai a vivere con lui, e qui egli fece l’estremo sforzo per finire il suo romanzo”; tutta la Premessa ruota intorno all’infermità di Welch e, privi di alcuna altra indicazione, potremmo pensare che Oliver fosse in effetti un infermiere qui affetto da protagonismo. Ma Welch era innamorato di Oliver e a lui lasciò i suoi averi che fu maldestro custode della sua eredità letteraria.

 

Nel 2006, Casagrande, casa editrice ticinese, riportò alla luce Voce da una nube, in una nuova traduzione di Vanni Bianconi; qui gli unici indizi riguardo l’omosessualità di Dench possiamo trovarli nella scelta degli autori dei quali in quarta si cita per ciascuno una frase: Eugenio Montale, W. H. Auden, Alan Bennet. Nella premessa di Oliver, presente anche qui si legge: “dopo la mia visita andammo a vivere insieme … dove Denton fece il grande sforzo finale per finire il romanzo”, chissà se più fedele all’originale ma certo più esplicito nell’uso della prima persona plurale. L’unico accenno all’omosessualità, non dell’autore ma del suo personaggio è nel risvolto di copertina de In gioventù il piacere, che Casagrande pubblicò nel 2003 nella traduzione di Massimo Bocchiola: “Orvil … è attratto più dal proprio sesso che dall’altro”. Eppure Welch è un autore capitale non solo per la straordinarietà della sua scrittura che come raramente accade sa elevare il ruolo delle descrizioni a protagoniste assolute del plot, innervandole di significati più che simbolici narrativi, ma anche per la comprensione del desiderio omosessuale così come è venuto formandosi nella prima metà del secolo scorso.

 

Un desiderio mai esaudito, che è cresciuto letterariamente costretto in un buio bugigattolo impossibilitato a tacersi e ugualmente a dirsi. Welch inventa una scrittura che trasuda desiderio ad ogni frase, ad ogni scelta di parola, la vita stessa precipitata nella scrittura è puro desiderio inappagato e per questo abnorme, soffocante, estenuante. Welch è difficile da maneggiare, difficile da vendere, perché è una sorta di ordigno la cui esplosione è soffocata e che può esplodere ad ogni pagina nella mente e nel corpo di chi legge, per questo, forse, in Italia lo si è così radicalmente trascurato, sopito, cancellato. Per questo forse, come ci dice Casagrande, W. S. Burroughs dice essere stato lo scrittore che più direttamente ha influenzato la sua opera.

 

identificazione volume
autore: D. Welch
titolo: Voce da una nube
editore: Arnoldo Mondadori Editore, Milano
data di stampa: 1971
numero d’edizione: prima
stampatore: Arti Grafiche delle Venezie - Vicenza
dimensioni: 20,5 x 13,5 x 2,5 cm

paratesti
titolo: al dorso e alla prima di sovracoperta, in alto; al dorso alla coperta, in alto; in frontespizio, in alto; alla pagina dell’esergo, in alto
autore: al dorso e alla prima di sovracoperta, in alto; al dorso alla coperta, in alto; in frontespizio, in alto
editore: alla prima di sovracoperta, in basso; al frontespizio, in basso
logo dell’editore: alla sovracoperta, al dorso, in basso, idem alla coperta
colophon: alla quarta pagina, in basso
indicazione di collana: all’occhiello: “Scrittori italiani e stranieri”
responsabilità grafica: all’aletta anteriore, in basso: “Sopracoperta di Bruno Binosi”
responsabilità della traduzione: al frontespizio: Gabriella Fiori
responsabilità della redazione, composizione, impaginazione: non indicata
prefazione: Eric Olivier
sovracoperta: alla prima di sovracoperta: autore, titolo ed editore; all’aletta anteriore: nota al testo, indicazione responsabilità grafica della sovracoperta; all’aletta posteriore: segue nota al testo, probabile indicazione del prezzo; alla quarta di sovracoperta: nota biografica, in alto a destra codice numerico.

coperta
struttura: coperta cartonata foderata
materiali: piena carta goffrata tela, blu cobalto
stampa: dorso stampato in oro

sovracoperta
materiali: carta patinata bianca
stampa: dorso e prima di copertina illustrati con fondo blu cobalto, testi in bianco e arancione; quarta di copertina e alette bianche con testi in nero

dettagli legatura
cucitura: filo refe, capitello in tessuto blu cobalto e bianco, incollato
taglio corpo del libro: rifilato, naturale
risguardi: semplici in carta avorio

 

Cristina Balbiano d’Aramengo
Designer Bookbinder a Milano - legatoria, ricerca e formazione


 

Christel Martinod Graphic designer

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