Speciale Ai Weiwei | La macchina della verità

16 Gennaio 2012

Io sono la macchina che governa gli uomini e le cose. A chi mi sostiene concedo prestigio e ricchezza. A chi mi sfida tolgo la libertà e la vita. A tutti gli altri concedo benessere e sicurezza. Ho molti nomi, ma qui mi chiamo Partito Comunista Cinese.

 

Un tempo si credeva che io esistessi per una Ragione più Grande, e che il Grande Timoniere e Nostro Amato Presidente Mao meritasse di condurmi così come si conduce una nave, perché Mao aveva guidato la Rivoluzione con successo. Aveva distrutto la macchina di governo dal nome “Guomindang”, che era cattiva e sfruttava la gente, e creato me che sono buona e faccio arricchire tutti. Adesso tutto ciò non ha più senso.

 

Io non ho altra ragione di esistere che il continuare ad essere, ed alla Rivoluzione credono solo alcuni inguaribili romantici. Io sono fatta da tutti voi, e voi tutti siete fatti da me. Noi siam più furbi, preferiamo girare armati di iPhone pagato a rate, guidare un’auto nuova, comprare casa, vivere in città sicure e mandare i nostri figli a studiare all’estero.

 

Prima, negli anni cinquanta, era diverso. Eravamo tutti poveri insieme. Era dura, certo, ma almeno tutti si fidavano di tutti. Adesso se solo cerchi di aiutare una vecchietta caduta in strada, rischi di essere denunciato per danni. Le persone sono diventate così individualiste, così utilitariste, pensano solo ai soldi.

 

Un esempio è Ai Weiwei. Da dove viene Ai Weiwei? Ai Weiwei è figlio di Ai Qing, notissimo poeta. Grazie al suo papà, negli anni ottanta, quando noi ancora faticavamo per arrivare a fine mese lui viveva a New York, e bruciava migliaia di dollari giocando a black jack. Sappiamo che è stato bravo a sfruttare l’interesse degli Occidentali per la Cina, e poiché in patria la sua arte non interessava nessuno, si è messo a fare il dissidente. Così è diventato molto famoso all’estero – ma non qui da noi – ed ha iniziato a produrre lavori volgari.

 

Ad esempio, si è fatto fotografare alzando il dito medio a Piazza Tian’anmen, dove nel 1989 un piccolo numero di controrivoluzionari manipolati dalle forze anticinesi ha cercato di creare disordini. Si è fatto ritrarre completamente nudo, con un’alpaca di peluche che gli copriva le vergogne. Ha parlato male delle nostre Olimpiadi, rinnegando il suo Paese. Ci ha svergognati, denunciando come le case di Wenchang sono crollate alla prima scossa di terremoto, poiché secondo lui non erano antisismiche.

 

 

Però Ai Weiwei non ha disdegnato di accumulare una fortuna, e lui – proprio lui che tanto gridava alla legalità – non ha pagato le tasse. Non lo ha fatto per anni. Ha evaso per milioni e milioni di yuan. Per questo il nostro Stato, che è uno stato di diritto, lo ha giustamente arrestato. La lotta all’evasione è importante. Chi evade le tasse è un parassita. Chi evade le tasse va punito.

 

Quando Ai è stato punito, le forze ostili straniere hanno iniziato ad urlare ai quattro venti che noi non rispettiamo i diritti umani. Hanno detto che Ai Weiwei è stato arrestato senza un mandato, e detenuto ben oltre i termini, per 87 lunghi giorni, in una cella piccolissima. Hanno detto che le nostre forze di polizia non hanno notificato alla famiglia il motivo dell’arresto, ed il luogo in cui Ai era stato posto agli “arresti domiciliari”, per cui Ai sarebbe di fatto sparito. Hanno detto che Ai era guardato a vista 24 ore su 24 da due agenti, che erano accanto a lui anche quando faceva la doccia. Hanno detto questo ed altro.

 

Le forze ostili straniere ed i loro lacchè sono degli ipocriti, che pur di non ammettere certe loro inconfessabili voglie si ostinano a voler difendere una causa persa. Non è vero che Ai Weiwei è stato sottoposto a sparizione forzata. Il nostro diritto è molto migliorato. Talvolta è necessario arrestare una persona, senza comunicare alla famiglia né che l’arresto ha avuto luogo, né dove la persona è detenuta. Talvolta è necessario che agli indagati sia impedito incontrare un avvocato difensore. Talvolta è necessario che un indagato sia detenuto in località segreta. Diversamente, gli indagati, i loro familiari o i loro complici potrebbero inquinare le prove. Voi avete le carceri segrete della CIA, ed i CIE, dove rinchiudete gli immigrati clandestini. Noi abbiamo la necessità di condurre le indagini in un’atmosfera di calma e serenità. Da noi nessuno sparisce, e negli ultimi anni, la situazione dei diritti umani è molto migliorata – si tratta di miglioramenti che nessuno può negare.

 

Le forze ostili straniere ed i loro lacchè difendono un criminale. È chiaro che Ai Weiwei è colpevole di evasione fiscale. Certo, il processo non è stato ancora celebrato, ma tanto si sa che Ai ha evaso milioni di tasse. E chi evade le tasse è colpevole del reato di evasione fiscale, e quindi va punito severamente. A che serve la presunzione di innocenza? Noi siamo severi con i colpevoli, e clementi con gli innocenti. Non è forse lo stesso?

 

Le forze ostili straniere ed i loro lacchè ci attaccano utilizzando l’arma dei diritti umani. Non hanno capito che i diritti umani sono creati dallo stato, e che quindi lo stato può revocarli temporaneamente, se è necessario proteggere la maggioranza dei cittadini. Quelle che voi chiamate violazioni dei diritti umani in definitiva sono piccoli problemi che coinvolgono solo l’1% di quanti hanno a che fare con la giustizia. Il 99% degli indagati e degli imputati gode di solide garanzie.

 

 

                                                                   Perché vi ostinate a voler conoscere sempre di più del nostro sistema di giustizia penale? Si tratta di un argomento difficile. Vi sono tante cose più facili da studiare, e noi potremmo aiutarvi a capire cosa dovete studiare, a trovare i documenti giusti, leggere i libri giusti ed intervistare le persone giuste.

 

Perché vi ostinate a scrivere di questo Ai Weiwei? Vi sono tante persone i cui diritti sono violati, ma vi è anche il nostro stato, che alla fine riesce sempre a porre rimedio all’ingiustizia. E che compensa le vittime con somme favolose, dedicando loro anche ampi servizi giornalistici. Così il contadino che ieri era povero e si vedeva negata la giustizia, non solo ottiene giustizia ma diventa anche ricco e famoso.

 

Perché vi ostinate a voler criticare il nostro paese, proprio quando finalmente anche noi abbiamo iniziato ad arricchirci, come voi vi siete arricchiti in passato? L’Europa è preda di una grave crisi economica, ed ha la responsabilità di non lasciare che la crisi inquini le economie di altri paesi, compreso il nostro.

 

Perché vi accanite su questo cosiddetto “artista” sconosciuto?

 

È grazie alla nostra macchina di governo e alle sue leggi che creiamo sempre nuova ricchezza e molti posti di lavoro. Forse, se prendeste esempio da noi, potreste ridurre un po’ i diritti, ma solo un poco. In cambio, i vostri paesi avrebbero una giustizia più veloce ed efficiente. Voi potreste guadagnare di più, e con i soldi comprereste un iPhone 4S, una nuova macchina ed una casa. Liberate il pensiero, cercate la verità nei fatti.

 

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