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Expo: Venti milioni

23 Febbraio 2015

20 milioni di persone, per una media di 111.111 persone al giorno, prenderanno d’assalto l’EXPO milanese. Almeno questo nelle stime, per ora mantenute, degli organizzatori della manifestazione, con un picco previsto per il mese di giugno. Per ora sono stati prevenduti circa 8 milioni di biglietti; si segnalano i primi casi di taroccamento (buon segno). L’andamento degli ultimi EXPO è stato oscillante: un trionfo a Shangai, una débâcle ad Hannover e a Saragozza. Il problema principale è sempre cosa lasciano in eredità.

 

Ma concentriamoci sui venti milioni, che non paiono pochi. Certo, molti verranno da aree limitrofe. Si dice – siamo nella fase dei “si dice” – che tanti verranno da Roma, Torino, Svizzera, in giornata, approfittando di una fermata dell’alta velocità nell’area. Restano comunque tanti. Il problema principale mi pare quello dei trasporti, il sistema nervoso delle metropoli contemporanee. Come si prepara ATM ? Ho interpellato l’ing. Lacavalla (nome d’arte) di ATM che mi dice che il problema principale sono i denari. Il budget previsto, anche straordinario, non copre le necessità. Già oggi, il milanese, impaziente per natura, si accorge che la frequenza delle linee si è diradata. Si accorge anche che tutta la segnaletica è in italiano e che uno straniero deve affidarsi alla buona volontà, alla presenza dello WIFI, allo spirito da gita scolastica, se vuole muoversi per la città. Certo, verrà rinforzata la linea di metropolitana 1, quella che conduce dal centro città ad EXPO, ma molti problemi restano aperti. Per citarne solo uno: il primo maggio, giornata di inaugurazione, è giorno di vacanza anche per i conducenti ATM e, mi dice Lacavalla, non è ancora iniziata una trattativa sindacale.

 

Per chi resta a dormire, gli alberghi, secondo una consolidata tradizione fieristica, raddoppieranno le tariffe. Come è noto, ci sono nuove forme di ospitalità. I b&b, ma ora è il momento di Airbnb, l’ospitalità chez l’habitant, una ruggente start up inventata dai soliti giovanotti americani. Negli ambienti che si frequentano non si parla d’altro. A Milano sono disponibili 8.000 possibilità di alloggio (per usare un termine subalpino). I più nevrotici, quelli che all’annuncio degli Europei di Pallanuoto dichiarano che, in previsione della confusione che senz’altro paralizzerà la città, passeranno 6 mesi in Brianza a casa di una vecchia zia, hanno già fittato i loro appartamenti a lungo termine. Ma un po’ tutti ci stanno pensando: una stanza libera si trova sempre, i bambini possono stare più lungo al mare, “a me l’estate in città non è mai piaciuta”. Airbnb è certamente una bella cosa – anche se non mi è chiarissimo dal punto di vista fiscale cosa comporta – ma mi sembra che in un certo senso ci trasformi sempre di più in un popolo di rentier, più che di piccoli imprenditori di noi stessi.

 

Negozianti e ristoratori, dopo anni di vacche magre, dopo che anche i Russi si sono ritirati oltre il Don, finalmente si fregano la mani. Ne ho interpellato qualcuno: molti ristoratori, bar con ristorante, ecc. faranno orario continuato, vogliono recuperare gli incassi perduti. La percezione generale è che sarà una sorta di Fuori Salone (del Mobile) che dura sei mesi. Una Festa mobile che, come è noto, è uno dei libri meno riusciti di Hemingway. Staremo a vedere.

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