E l'umana ambivalenza? / Autonomia e libertà

30 Ottobre 2017

Faiza X è una donna di origini nordafricane, di religione islamico-salafita. Vive a Parigi, indossa il velo integrale, è sottomessa al marito ed esce di casa solo per accompagnare a scuola i bambini. La sua richiesta di cittadinanza francese, avanzata nel 2008, le viene rifiutata con la motivazione che i suoi valori non si adeguano a quelli della République, in particolare al principio di parità tra donne e uomini. È Faiza X una persona autonoma? 

 

Il tema etico-politico dell'autonomia

 

Sulla scorta di questo e simili esempi reali, ma prevalentemente  di casi tratti dalla letteratura e dalla cinematografia, Beate Rössler – filosofa tedesca docente di etica all'Università di Amsterdam e studiosa di teorie della libertà, dell'autonomia e del privato, di giustizia e eguaglianza, di etica della vita buona e di teorie femministe – ricostruisce definizione e portata di un importante tema della filosofia etico-politica che ritorna oggi alla ribalta dopo aver goduto di discreta fortuna nell'antichità greca e in seguito alla ripresa kantiana: autonomia. Si parla in ogni caso qui di autonomia quotidiana, non politica, benché l'agire in autonomia sia indubbiamente più facile nelle società liberal-democratiche che in altre forme di governo; tant'è che un autore arabo ha potuto affermare che la primavera araba non è stata altro che la scoperta della propria autonomia, individualità e personalità.

 

Morale dei doveri e etica della vita buona

 

Dal punto di vista filosofico, benché l'autonomia sia stata posta sotto i riflettori, nel pensiero moderno, da Immanuel Kant, nella Critica della ragione pratica (1788) come pure nella Risposta alla domanda: che cos'è l'illuminismo (1795) e nella Metafisica del costumi (1797), Rössler poco si ispira alle posizioni kantiane dove autonomia riveste il senso di libertà morale di darsi le proprie norme e principi e di agire in base ad essi, pensando con coraggio con la propria testa e camminando con coraggio sulle proprie gambe, come l'Antigone di Sofocle che va a morire secondo la sua legge. Anche se dunque Rössler critica l'approccio kantiano fondato sulla morale dei doveri, non per questo aderisce al cosiddetto pensiero perfezionista nel quale si critica, come fa Harry Frankfurt, il primato della moralità a vantaggio dell'etica della vita buona.

 

Beate Rössler


Adottando una posizione che lei stessa definisce di «perfezionismo debole» e muovendosi all'interno dell'impostazione della filosofia analitica non senza qualche concessione all'approccio continentale, Rössler riconosce che siamo persone situate all'interno di processi sociali, imperfette e fragili, «immerse fino al collo nella propria vita» (Iris Murdoch); di conseguenza, non in grado di seguire in maniera adamantina le teorie procedurali alla Frankfurt, per le quali non sono importanti i contenuti ma soltanto le condizioni formali e l'agire in base alla struttura interna della volontà guidata unicamente da ragione/i, non da passioni o desideri. Autonomia è qui definita «concretizzazione di un concetto generale di libertà», e autonomo è l'agente che abbia riflettuto sui propri (spesso confliggenti) desideri, motivi, considerazioni, sentimenti, e che abbia preso le sue decisioni in base a motivazioni proprie (il che giustificherebbe, a detta di Rössler, l'autonomia di Faiza X). 

 

Gli ostacoli all'autonomia: ambivalenza individuale e costrizioni sociali

 

Nel saggio non vengono comunque trascurati i molti ostacoli che si frappongono all'esercizio dell'autonomia, primo fra tutti l'ambivalenza, ovvero il desiderare questo e quello, il volere e non volere della povera Zerlina. Ma è così umana l'ambivalenza – chi non ha provato il conflitto tra desideri e progetti dissonanti? – che non si possono non fare con essa i conti e in qualche modo venirvi a patti. Altro ostacolo, i contesti e le condizioni sociali, per esempio quelli che opprimono le donne, o gli schiavi, problema che Rössler aggira con disinvoltura grazie al concetto di «preferenze adattive» o, per dirla con Jon Elster, la storia della volpe e l'uva. Se non riesco a modificare le condizioni impostemi (quam tangere ut non potui) farò bene ad adattarmi ad esse, magari con forme di autoillusione (nondum matura est). Adattando le sue preferenze il soggetto oppresso potrà vivere in maniera più autodeterminata e di conseguenza più sensata e felice (ancora un motivo, non so quanto condivisibile, per definire autonomo il comportamento di Faiza X).

 

Autonomia e conoscenza: diari, blogs e il movimento del Q.S.

 

All'interno della analisi di Rössler – condotta in maniera talvolta così acribica e astratta da risultare pedante nonché ostica al pubblico non accademico «e che non abbia studiato filosofia» al quale vorrebbe invece rivolgersi – spiccano alcuni argomenti originali, quali quelli dedicati alla modalità di riflettere sulla propria vita allo scopo di conoscersi, sull'onda del vecchio detto socratico, e conseguentemente agire in maniera autonoma. Si tratta della disamina dei diari vecchio stile e soprattutto dei recenti blogs  e vlogs e lifelogs, nei quali gli utenti annotano le esperienze quotidiane compresi i movimenti del corpo (quanti passi, quanti gradini), l'alimentazione, il sonno, l'umore. È l'esito del movimento del QS (Quantified Self), una forma di autoconoscenza che parte dal progetto di annotare tutti i dettagli della vita, che collegati insieme e analizzati daranno una visione complessiva delle attività e degli stati d'animo della persona. 

 

Una vita sufficientemente autonoma, buona, sensata

 

Persino i nuovi media vanno dunque, seguendo il loro stile che scavalca la privatezza del diario a favore della condivisione della messa in rete, verso l'autoconoscenza, madre di autodeterminazione e autodirezione che sono le condizioni indispensabili per condurre una vita buona e dotata di senso, per vivere una vita autonoma che sia la propria e non quella di e per altri. Il concetto di autonomia qui proposto non si aspetta, in conclusione, che il soggetto sia in grado di decidere perfettamente e completamente prendendo in mano in toto la propria vita per essere autonomo, ma nemmeno che accetti semplicemente le costrizioni del destino per riuscire a determinare la propria vita in maniera sufficientemente buona, sensata, felice, autonoma. 

 

 

Una versione ridotta è uscita sul Domenicale del Sole24 Ore. Beate Rössler, Autonomie. Ein Versuch über das gelungene Leben (Autonomia. Una ricerca sulla vita riuscita), Suhrkamp, Berlin 2017,  pp. 444.

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