Il Pornoterrorismo spiegato a mia madre

28 Marzo 2014

Poesia e pratica della sovversione


Credo che non dimenticheró mai la prima volta che mi trovai a un recital di Diana. Quella sera profanó lo scenario con una serie di azioni sconvolgenti anche per il mio occhio avvezzo alla pornografia tradizionale, agli spargimenti di sangue della body art, alla violenza del teatro d'avanguardia. Canoni attraversati e superati con splendido furore, mentre a piena voce declamava le sue rime. Poesie pornografiche, dichiarazioni d'amore lesbico, proclami transfemministi, grida di guerra contro l'oppressione dei corpi e la castrazione dei desideri. Il Pornoterrorismo è rabbia che parte dalle viscere e si condensa in un linguaggio diretto, limpido, sublime.

 

Ph. David Rodriguez


Diana parla dai margini, dai bassifondi di una precarietá che è prima di tutto esistenziale: è la voce di una incompatibilitá inevitabile, punto di arrivo di un processo di costruzione identitaria che l'ha portata a riappropriarsi con ferocia di tutte le etichette discriminanti e patologizzanti che la societá le ha messo addosso fin da bambina. E le parole di questa puttana, perturbata e lesbica sono irresistibili.
Diana declama, Diana proclama: perchè crede profondamente in ció che dice.
E la sua voce non trema (a parte quando recita con un pugno infilato nella fica...)

Con ogni mezzo necessario: il corpo nudo


Diana declama le sue poesie completamente nuda, sempre. L'esposizione impudica del suo corpo è una risorsa che cominció a utilizzare nelle sue prime performance: se un pubblico distratto poteva ignorare la poeta con la cresta, tutti e tutte si fermavano ad ascoltare le poesie incendiare di quello strano punk dalle sembianze femminili.
Il suo seno appuntito, la sua fica aperta, il suo culo rotondo, la sua pelle segnata: il suo corpo, di una bellezza che non ha niente a che vedere con gli standard convenzionali, funziona da combustibile.
E in qualsiasi occasione l'abbia vista in azione, il pubblico, affascinato o schifato, brucia con lei.
L'ho vista performare in luoghi freddissimi dove fino all'ultimo pensavo: Questa volta non lo fará.
E invece lo fa sempre. Il suo corpo, gratuito e garantito, é parte integrante della sua proposta poetica. È il luogo dove convergono i segni dell'oppressione e dove esplodono come petardi mentre lei gode, eiacula e ride.

(im)Puro teatro


Il Pornoterrorismo non ignora il discorso di classe ma lo oltrepassa, riuscendo a dar voce sulla scena a creature ancora piú marginali di una sottoproletaria bianca di Madrid.
Diana non teorizza: parte dalla pratica e la trasforma in un esempio vivo attraverso le performance, azioni sceniche indigeribili che oltrepassano i confini dell'arte e mettono in discussione quelli della politica. Quello che vedi sulla scena, ti esalti o ti faccia sbiancare dall'orrore, scende a interpellare la tua parte piú profonda e nascosta, quella che hai imparato fin troppo bene a censurare. Quella che ti sembra ormai naturale reprimere.
Cadono i confini del normale, dell'accettabile, del politicamente corretto: contro le creature mostruose che rompono le norme del biopotere capitalista è in atto una guerra e il Pornoterrorismo non si limita a predicare la resistenza ma pratica il contrattacco, dentro e fuori dalla scena.
Diana trasforma l'orrore della vita in una esperienza teatrale catartica e con un movimento inverso e opposto invita a riportare nella vita una controffensiva nei confronti della normalitá.

 

Ph. Carlos Darocas

Il libro di Diana è un saggio in forma di autobiografia, scritto con la rabbia di chi ha capito che Non è un segnale di buona salute essere perfettamente integrate in una societá profondamente malata. Diana parla dall'autorevolezza dell'esperienza di un corpo marginale che non si è arreso all'oppressione e si è armato, trasformando l'odio in un discorso intellegibile e perfettamente argomentato. Il suo testo parla a tutti e tutte, interrogandoci sulle contraddizioni, sui traumi, sulle deviazioni alla regola che nel campo della sessualitá diventano socialmente marchi d'infamia o patologie psichiatrizzabili. In ogni capitolo c'è almeno un'illuminazione, una sollecitazione a interpretare alcuni comportamenti, paranoie e limiti autoimposti in una prospettiva diversa. Un invito a riconoscere il biocontrollo ed eluderlo, resettando il nostro sistema operativo che ci spinge ad accettare e riaffermare le regole comuni di decenza e morale.
La rivoluzione che propone il Pornoterrorismo non riconosce peggior nemico che quello che abbiamo dentro, che ci fa vivere passivamente e che ci vende (da Destra, da Sinistra e pure dal centro) un nemico che è fuori di noi.

Effetti collaterali


Dopo averlo letto questo libro, il nemico lo cercherete nello specchio ogni mattina.
E potrete ucciderlo con l'arma invincibile della poesia.

 

 


Diana J. Torres (Madrid, 1981) è una artista multidisciplinare i cui strumenti chiave sono la performance, la poesia, il video e la pornografia/postpornografia. Nei suoi live-shows il pubblico è in qualche modo obbligato all'implicazione emozionale, politica e/o sessuale. Diana (meglio conosciuta come la Pornoterrorista) è anche un'attivista ed opera nel campo della sessualitá attraverso la postpornografia, attraversando il movimento queer e transfemminista e lottando contro stigma che colpisce il lavoro sessuale e tutte le sessualitá marginali.

 

Insieme a Lucia Egaña Rojas è l'organizzatrice del Festival Muestra Marrana, che ha come obiettivo la diffusione di forme altre di pornografia e si focalizza principalmente in produzioni fuori dal mainstream, transfemministe, DIY, postpornografiche, bizzarre, BDSM e queer. La Muestra Marrana non è un evento limitato alle proiezioni cinematografiche ma è concepito come un momento di approfondimento nel quale poter assistere a presentazioni, dibattiti, laboratori e si celebra ormai da un lustro nel centro di produzione e ricerca per le arti visuali di Barcellona (Hangar).

 

 

Il testo presentato è tratto dalla Prefazione all'edizione Italiana del libro di Diana J. Torres Pornoterrorismo, edito da Malatempora. Qui Il link alla campagna di finanziamento per il tour di presentazione in Italia:
http://www.verkami.com/locale/it/projects/8362-pornoterrorismo-diana-j-torres-in-italia

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