Una celebrazione totale in IV atti +1 / For Ever Eames

19 Novembre 2017

Charles e Ray, una coppia nel lavoro e nella vita, due metà diverse e complementari che insieme rappresentano alla perfezione i due lati del design, i due sguardi necessari e contemporanei del progetto: Charles era condotto dalla pratica, sempre attento alle nuove tecnologie e sperimentatore di nuove tipologie; Ray era dedicata all'arte, curiosissima di tutto e particolarmente sensibile al decoro. Questo insieme, più o meno proporzionato e in equilibrio, permette a un’idea di strutturarsi e sentirsi pronta per il successivo passaggio nella produzione.

 

Al Vitra Campus di Weil am Rhein, dal 30.9.2017 al 25.2.2018, è possibile fare la più grande esperienza espositiva e immersiva nel mondo degli Eames, per l'occasione intitolata An Eames Celebration, una serie di mostre ed eventi che segnano la più grande esplorazione del lavoro di questa celebre e felice coppia.

Si tratta di mostre parallele ed eventi dedicati a diversi aspetti del loro lavoro, applicato in tantissimi campi, dall’arredo, agli allestimenti, all’architettura fino al progetto di mostre, di film, di giochi e oltre, pensando sempre al design non come lavoro ma come modo di vivere. Non più solo “opera d’arte totale” ma “vita progettuale totale”.

E se di anniversari dobbiamo parlare, siamo esattamente nel momento di ricorrenza tra i 110 anni dalla nascita (1907) e i 40 dalla morte (1978) di Charles, e i 30 dalla morte di Ray (1988) avvenuta il 21 agosto, esattamente a 10 anni da quella del marito. 

 

Un anno fa il Campus si completava con l'apertura dell'ultimo anello di una lunghissima catena di luoghi speciali ed eventi espositivi dedicati al design. Se nel 1989 inaugurava il Design Museum progettato da Frank Gehry, sede espositiva delle grandi mostre temporanee curate dal museo, nel 2016 si è aperto il Schaudepot di Herzog & De Meuron, sede espositiva della collezione permanente di arredi e oggetti d'autore. Nel tempo questo luogo, meta di veri pellegrinaggi per architetti e designer, si è arricchito di opere architettoniche assolute tra i cui autori citiamo Buckminster Fuller, Jean Prouvé, Nicolas Grimshaw, Renzo Piano, Alvaro Siza, Tadao Ando, Zaha Hadid, SANAA, alcune dedicate alla cultura e altre dedicate alla produzione, in una perfetta miscela tra teoria e prassi, cultura e impresa, di cui il buon design si nutre.

Per celebrare i designer più importanti per l’azienda Vitra, e sicuramente tra i più significativi nella storia del design internazionale del secondo dopoguerra, è stato deciso di dedicare, proprio ora che il campus è completato, tutti gli spazi espositivi a questa storia meravigliosa che si svolge in quattro mostre tematiche e un nuovo libro espressamente dedicato agli arredi.

Tanto per sottolineare l’importanza degli Eames nella relazione con Vitra facciamo un salto indietro all'origine di questo marchio: la storia dell’azienda ebbe inizio nel 1953 quando Willi Fehlbaum, fondatore di Vitra, scoprì le sedie progettate da Charles e Ray Eames nel corso di un viaggio negli Stati Uniti e decise di diventare un produttore di arredi. Poco tempo dopo conobbe la coppia di designer di persona e instaurò con loro una solida amicizia e quindi una stretta collaborazione che ha trovato un enorme riconoscimento e fortuna fino ai giorni nostri, anche grazie alla continua collaborazione e supporto reciproco con la Eames Foundation costituita e condotta dagli eredi.

 

The power of design - Lettera di Charles a Ray.


I. Charles and Ray Eames: The power of design

 

Nella sede del Design Museum si trova la grande mostra retrospettiva che raccoglie più di 500 opere suddivise per le categorie più significative dell'intero lavoro degli Eames.

Questa mostra proviene da un evento espositivo e itinerante organizzato in precedenza dal Barbican Centre di Londra che qui, proprio per via della collezione Eames del Vita Museum (il fondo più importante al mondo) si amplia offrendo ulteriori materiali originali che non c'erano prima e che non ci saranno dopo, quando la mostra continuerà a girare nei musei internazionali.

La mostra si apre con una curiosa (divertente e significativa) lettera scritta da Charles a Ray nel 1941, in cui il primo chiedeva alla seconda di sposarlo, prevedendo come la vita di 2 giovani designer alla conquista dell'America prima e del resto del mondo subito dopo, potesse e dovesse diventare un vero progetto di vita.

 

The power of design.


Nelle sezioni che si susseguono, si trovano la storia della ricerca sui compensati industriali applicati al design, con gli oggetti disegnati per l'esercito americano durante la seconda guerra mondiale (supporti per arti feriti e barelle), componenti per velivoli ultraleggeri, e le rarissime sculture di legno laminato di Ray Eames, importanti opere che servivano alla sperimentazione più libera (artistica) ma che con metodo trovavano poi una applicazione effettiva in oggetti prodotti industrialmente.

Procedendo si trova un approfondimento sugli allestimenti per i loro primi arredi prodotti, fino alla proposta architettonica di modelli abitativi moderni, con l'esemplare realizzazione della Case Studies House nr. 8, che è stata subito adottata da loro stessi come casa propria ed oggi è monumento di se stessa e sede della Eames Foundation. 

 

The power of design - Modello della Eames house, Santa Monica.


La ricerca sui materiali partita dai compensati negli anni 40 si sviluppa negli anni 50 coinvolgendo tutti i nuovi materiali e dall’interesse per il legno si passa all’attenzione verso i materiali plastici e sintetici, per finire con progetti di sedute costituite da tondini e reti metalliche. In mostra si vedono numerosi prototipi pensati per mettere in produzione le sedie realizzate con vari materiali e, tra gli altri, oggetti unici sono quelli "decorati" da Saul Steinberg, mitico illustratore e amico degli Eames, che si era formato come architetto al Politecnico di Milano negli anni 30.

Proseguendo si apre una sezione di approfondimento sulle mostre curate direttamente dagli Eames (più di 14) e su padiglioni per eventi fieristici, come il padiglione per IBM per l'EXPO del 1964 a New York. Si conclude questa prima mostra con il racconto dei capolavori come la Lounge Chair, la Chaise Longue e la serie Aluminum Group, il tutto contornato da numerosi documenti originali, disegni, lettere, fotografie, film e giochi, che testimoniano l'enorme mole di lavoro e che aprono poi agli altri approfondimenti nel campus.

 

The power of design - Prototipi plastic chair con decori Saul Steinberg.


II. Play Parade: An Eames Exhibition for Kids

 

Nella “Gallery”, piccolo edificio adiacente al Museo, si approfondisce e si espone una tematica importante e quasi propedeutica alla professione del designer, soprattutto secondo la filosofia Eames: il gioco, che sta effettivamente alla base di tutte le attività creative. "Take your pleasure seriously" ripeteva sempre Charles e, mentre si vedono esposti giocattoli che i due collezionavano oppure dei progetti per giochi che hanno realizzato, con alcuni degli oggetti esposti si può interagire, o per meglio dire giocare.

 

III. Ideas and Information. The Eames Films

Passeggiando nella promenade del Campus ci si trova di fronte all'architettura forse più significativa, la Fire Station progettata da Zaha Hadid, e proprio qui dentro è allestita una grande sala proiezioni in cui sono visibili al pubblico oltre 60 film realizzati nel corso di tutta la loro vita e professione. Per gli Eames, che vivevano proprio la Los Angeles della celebre Hollywood negli anni 40, agli esordi della loro carriera, i film, per lo più cortometraggi, erano soprattutto un mezzo per la condivisione delle loro idee, dei loro progetti di design e per la diffusione di un certo tipo di cultura. Per loro "they are not really films at all, just ways to get across an idea. They're simply tools"; in questo uso del video gli Eames sono stati pionieri e questa occasione espositiva vuole valorizzare definitivamente la loro produzione filmica e l'enorme archivio di documenti mai resi disponibili prima al grande pubblico.

 

The power of design - Prototipi plastic and wire chair.


IV. Kazam! The Furniture Experiments of Charles and Ray Eames

 

Ultima tappa di questa grande sfilata espositiva si trova negli spazi all’interno dello Schaudepot deposito espositivo della collezione permanente del museo, dove si trova l'approfondimento dedicato al processo di sperimentazione tecnica e materica attraverso numerosi prototipi e modelli di studio. 

"Kazam" è una parola "magica" e ludica (come Abracadabra) ed è anche il nome di una macchina che gli Eames avevano costruito per fare le prime piegature del compensato di legno per testarne le proprietà, le potenzialità e i limiti, fino alla produzione dei primissimi prototipi. In questa sede è anche esposta una parte della grande collezione di mobili di serie e mobili sperimentali che il Vitra Design Museum ha acquisito nel 1988 dall’Eames Office e da allora ha continuamente accresciuto.

 

 

 

Plat parade - Proiezione e banco gioco.


The Eames Furniture Sourcebook

 

Per finire, anzi in un certo senso oltre la fine (quindi pensando a quando le mostre termineranno), oltre al ricordo che sbiadisce rimarrà il nuovo libro realizzato per l’occasione e che inaugura per il museo una attività inedita di editore puro: The Eames Furniture Sourcebook, non un catalogo di una mostra ma un vero libro di ricerca che mette finalmente ordine nelle centinaia di storie e migliaia di documenti riferiti agli arredi progettati da Charles e Ray. Jolanthe Kugler, curatrice del museo e autrice del libro, ha curiosato a lungo e studiato approfonditamente direttamente negli archivi americani della Eames Foundation a Los Angeles, della Library of Congress a Washington e della Hermann Miller in Michigan, trovando dati e notizie ancora inedite.

Questo volume mette innanzitutto ordine nella storia dei rapporti tra gli Eames e i loro principali produttori: Hermann Miller prima e Vitra dopo. 

 

Ideas and information.


La parte centrale è dedicata al preciso racconto di 100 oggetti, suddivisi per innovazioni materiali e tecniche riconoscibili in fasi temporali. Spesso queste soluzioni si fondevano e si confondevano scambiandosi e ritrovandosi in ricerche e applicazioni che viste così, ora, dimostrano una grande organicità di metodo. Scopo principale degli Eames era stato sempre quello di portare le innovazioni prettamente industriali nel design quotidiano, offrendo sedute, tavoli, contenitori e arredi che avessero quello spirito di avanguardia ma contemporaneamente una diffusione di massa.

Nella parte finale si trovano dei saggi scritti dagli Eames in cui spiegano direttamente e chiaramente le idee dietro agli oggetti o l'importanza del potenziale tecnico dei materiali, oltre a un abaco schematico delle molteplici soluzioni adottate per tutti gli arredi analizzati, utilissimo strumento per risalire inequivocabilmente a tutte le finiture, colori, materiali e varianti che gli Eames hanno sempre mescolato e che qui per la prima volta si ordinano in uno strumento oggettivo, utile a chi volesse ricostruire esattamente quando, dove, come un oggetto è stato prodotto. 

 

In chiusura è opportuno riprendere i pensieri celebri di Charles e Ray, i quali dichiaravano che i “details are not the details. They make the design” e si chiedevano il valore del “Genius? Nothing we just worked harder”, vediamo questa grande celebrazione come qualcosa che dimostra indiscutibilmente quanto la curiosità, la fiducia, il coraggio, l'entusiasmo e il piacere nelle giuste dosi, mescolate con il serio e appassionato lavoro quotidiano producano una ricetta infallibile per trasformare in classico – senza tempo – anche il più moderno dei pensieri progettuali.

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