Chicago. Millennium Park

16 Ottobre 2012

Il Millennium Park è il cuore di Chicago ai piedi dei grandi grattacieli, i cui riflessi luminosi si riversano nelle strade, tra l’asfalto e i prati. L’incontro tra la luce e il rumore metropolitano, il movimento, la rapidità rende unico questo spazio pubblico. Il passeggio quotidiano, l’aperitivo dopo il lavoro, i picnic in pausa pranzo, sono momenti essenziali di chi lavora nel Loop di Chicago. Il parco è un concentrarsi di imponenti pezzi d’arte che tolgono il fiato: dal Cloud Gate (ribattezzato dagli autoctoni The bean, il fagiolo) di Anish Kapoor, alla eccentrica Crown Fountain di Jaume Plensa, fino al sontuoso palco per orchestra all’aperto di Frank Gehry. E mangiarsi un hot dog o un hamburger all’ombra di questi colossi è un’usanza ormai consolidata.

 

 

Può capitare più frequentemente di sabato e di domenica, ma anche in un qualsiasi giorno feriale primaverile o estivo che sia, quando la morsa del freddo si allenta e il vento glaciale lascia finalmente respirare la città. Solitamente succede verso le sette e mezza di sera: strani movimenti cominciano a vedersi attorno al parco. Una ragazza ancora in tailleur da ufficio con sotto braccio una sedia pieghevole da picnic; oppure coppie di anziani con pesanti borse di carta da cui escono bottiglie di vino, e un tavolino che li segue sopra la testa di qualche nipote; una bambina che trotterellando dietro ai genitori tiene stretta in mano una grande margherita recisa; gruppi di ragazzi con zainetti carichi di cibo sulle spalle. La scalinata che porta al Jay Pritzker Pavilion di Frank Gehry si popola di gente di qualsiasi estrazione sociale e provenienza.

 

 

Il prato di fronte al palco comincia a popolarsi, l’erba scompare sotto una distesa di tovaglie e tavolini. Il giardino viene apparecchiato. Birra, vino bianco ghiacciato, qualche stuzzichino. Piccoli gruppi di amici si incontrano lì e si sdraiano facendo cerchio con in mezzo vivande di ogni tipo, dal classico cibo spazzatura fino a raffinate e scenografiche tartine. L’atmosfera è distesa. Sui tavoli improvvisati ci sono vasi di fiori, centrini, vassoi ed altri eccessi ornamentali: il maestoso palco di Gehry incorniciato dai grattacieli.

 

Mangiano, scherzano, leggono, si abbracciano, poi alle otto e mezza, quando ormai la luce se n’è andata, ecco le prime note. Sul palco l’orchestra ha preso posto e il concerto ha inizio. La moltitudine festante si acquieta. Può capitare di sentire qualche risata tra un movimento e l’altro di una sinfonia ma non è mai fastidiosa. La musica qui, al Millennium Park, è più vicina alla gente, l’orchestra non si innervosisce se gli ultimi della fila applaudono al momento sbagliato. Qua è lecito l’entusiasmo improvviso e lo scoppiare di una risata tra una birra e l’altra.

 

Il parco è avvolto dal buio ma le luci di Gehry si fanno di un blu e un giallo intensi che richiamano i colori del cielo. E la musica corre sulle teste, amplificata dalla struttura metallica dell’architettura.

Naturalmente lo spettacolo è gratuito, a servizio dei cittadini. E a volte può anche capitare che a dirigere sia Riccardo Muti, come due settimane fa con l’esecuzione dei Carmina burana.

 

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