Apocalisse digitale a Eclettica

11 Luglio 2012

A Roma nonostante i caldi anticicloni, i Caronte e Minosse di turno, nonostante i tagli e la mancanza di trasparenza totale della giunta Alemanno –capace di deliberare senza delibere, è il caso della tanto attesa Casa dei teatri e della drammaturgia contemporanea della quale si sa tutto e niente –se si ha pazienza le occasioni di assistere o ri-assistere a buon teatro non mancano: Eclettica, dal 13 al 21 luglio, sarà una di queste (leggi il programma completo qui).

 

La manifestazione arrivata alla 8° edizione grazie al lavoro di tre associazioni (Kollatino Underground, Post.it e Artempo) presenta quest’anno un’importante novità, ovvero la riconquista di una zona più centrale e raggiungibile della città. Mentre negli anni scorsi era il Casale della Cervelletta a prestare i propri affascinanti luoghi immersi nella natura (quest’anno avamposto del prefestival), l’edizione 2012 abiterà uno spazio dai connotati sociali e culturali decisamente promettenti per il futuro: il Parco delle Energie. A una manciata di chilometri da Porta Maggiore, è un polo multifunzionale recuperato da associazioni del territorio nei luoghi industriali abbandonati della Snia Viscosa e alimentato a energia solare, per un evento a impatto zero.

 

 

Se è vero che Eclettica da sempre nei suoi progetti ha intrecciato i percorsi dell’intrattenimento culturale –musica, arti installative, cinema e teatro –con quelli della progettazione sociale, quest’anno l’impegno è emblematico anche nel raccordo tra i temi della sostenibilità energetica con i quali la rassegna decide di confrontarsi addirittura in fase produttiva e l’apertura delle danze affidata proprio a uno spettacolo che ha voluto manifestare il proprio sguardo sulla sintesi apocalittica e fantascientifica di un immaginario terrestre spazzato via da un balzello di temperatura apparentemente innocuo: parliamo naturalmente di Seigradi di Santasangre.

 

Il lavoro del gruppo romano ruota attorno al macrotema del surriscaldamento terrestre e lo fa con un linguaggio tecnicamente avanzatissimo, ma che ha nel piano emozionale il suo principale elemento fruitivo. Per il pubblico di Eclettica sarà un appuntamento unico dato che il grande impianto installativo ha bisogno di ingenti forze produttive e difficilmente può replicare al di fuori dei festival estivi o di particolari occasioni. Appartenente al ciclo Studi per un Teatro Apocalittico vinse il Bando Nuove Creatività Eti e debuttò al Romaeuropa Festival 2008 (in coproduzione con Sistema Teatro Marche / In teatro) consacrando la compagnia formata da Diana Arbib, Luca Brinchi, Maria Carmela Milano, Pasquale Tricoci, Dario Salvagnini e Roberta Zanardo.

 

 

La performer Roberta Zanardo è il fulcro umano di una complessa ibridazione di linguaggi derivante dalla fusione dell’impasto sonoro e della digital art –rigorosamente creati dal vivo –con una danza votata alla ricerca profonda del corpo. Ma l’abbiamo accennato, il complesso e fantasmagorico arsenale tecnico –ologrammi compresi –è a servizio di un impianto drammaturgico tanto semplice quanto funzionale. In scena la protagonista costruisce la parabola vitale, emozionante e tremenda, di un essere vivente, il primo o l’ultimo su questa terra, cercando di rispondere artisticamente al quesito che la scienza si pone ormai da tempo: cosa accadrebbe se la temperatura della crosta terrestre aumentasse di soli 6 gradi?

 

Più che una risposta scientifica questo Concerto per voce e musiche sintetiche –così il sottotitolo quasi a voler celare tutto l’universo visivo che sboccerà rigoglioso di fronte agli occhi dello spettatore –è una rifrazione poetica che spaventa di imperscrutabile meraviglia.

 

Andrea Pocosgnich (Teatro e Critica)

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