Ritratti d’artista ad alta voce / Caravaggio (1571-1610)

4 Novembre 2021
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Per John B. 

Ritratti d'artista ad alta voce

a cura di Maria Nadotti

 

Un'introduzione di Maria Nadotti

(Milano, 5 novembre 2021)

 

Le letture dei Ritratti di John Berger nascono dal desiderio di dare voce e voci allo sguardo di un narratore capace di avvicinarsi all’opera degli artisti da lui più amati da artista e da storyteller, non da critico d’arte.

 

Nella prefazione ai suoi Ritratti, il 24 marzo 2015, sulla soglia dei novant’anni, Berger scrive: 

 

«Cosa succede quando scrivo – o cerco di scrivere – d’arte? Dopo aver guardato un’opera, lascio il museo o la galleria in cui è esposta e provo a entrare nell’atelier in cui è stata creata. E lì aspetto nella speranza di scoprire qualcosa della sua storia, del modo in cui è stata fatta. Delle aspettative, delle scelte, degli errori, delle scoperte implicite nella storia del suo farsi.

Parlo tra me e me, ricordo il mondo che c’è fuori dall’atelier, e mi rivolgo all’artista che forse conosco, o che magari è morto da secoli. A volte qualcosa che ha fatto risponde. Non c’è mai una conclusione. Ogni tanto c’è uno spazio che ci sconcerta entrambi. Ogni tanto c’è una visione che ci lascia tutti e due a bocca aperta – come capita davanti a una rivelazione.

Sarà chi legge i miei testi a valutare ciò che un’impostazione e una pratica di questo tipo producono. Io sono sempre pieno di dubbi. Di una cosa, però, sono sicuro, ed è la gratitudine che provo nei confronti degli artisti per la loro ospitalità».

 

 

All’origine di questa nostra opera comunitaria, un collage di letture e interpretazioni, di auscultazioni diverse dell’opera artistica e delle pagine che la raccontano, c’è precisamente un sentimento di gratitudine. Per l’ospitalità che John Berger ci offre con e nei suoi testi, per la sua scrittura che invita amorosamente a guardare e guardare ancora, con attenzione e sorpresa, per la sua capacità di portarci con sé negli atelier degli artisti e nel mistero del loro disegnare, dipingere, scolpire, figurare il mondo dentro e fuori di noi, nel tempo e nello spazio.

 

Ecco perché abbiamo chiesto ad alcune attrici e alcuni attori che hanno avuto variamente modo di accostarsi all’universo bergeriano di scegliere uno o più dei suoi ritratti d'artista e di proporceli attraverso quella traduzione sottile e penetrante, emozionata ed esatta che è la lettura ad alta voce.

 

Volevamo che ne scaturisse un plurimo "ritratto vocale" di John, di John mentre tratteggia i lineamenti degli artisti che più lo hanno interrogato nel corso del tempo. Una ricostruzione del suo originalissimo percorso ‘autobiografico’ attraverso l’arte, ma anche una sorta di mise en abîme di sguardi e di ascolti capaci di restituire a  questi sapienti, imprevedibili saggi di critica d’arte la loro natura di racconti, appassionanti come detective story. 

 

Le letture sono corredate da una breve intervista. Alle attrici e agli attori che ci hanno fatto dono dell’intelligenza della loro voce abbiamo chiesto cosa li avesse spinti a scegliere proprio quel “ritratto” e che cosa avesse suscitato in loro quella lettura, tanto nel momento di entrarci quanto nell’atto di uscirne. Chi ascolta troverà le loro risposte nella sezione “Dialoghi”.

 

 

Selçuk Demirel,


La ‘copertina’ di questa raccolta di ritratti ad alta voce è stata disegnata dall’artista turco Selçuk Demirel, compagno di John in tante piccole e grandi ‘cospirazioni’.

La voce della sigla è di Massimiliano Rossi. 

L’opera è stata resa possibile dal generoso contributo di Giuseppe Mascoli, Luca Formenton, Associazione Culturale Confini - Runo di Dumenza, Giorgio Sordelli.

Per la fiducia e l’amicizia ringraziamo Yves Berger. 

Per i consigli e il sostegno ringraziamo Teresa Pintó e Agencia Literaria Carmen Balcells; Laura Mariani, Paola Fazzini e Pepe Robledo; la redazione di “Doppiozero”; Andrea Gentile e la redazione della casa editrice il Saggiatore. 

 

Le letture sono tratte da John Berger, Ritratti, trad. it. di Maria Nadotti, il Saggiatore, Milano 2018.

 

Il podcast Per John B. è stato prodotto da Okta Film. 

Ascolta la versione integrale del podcast Per John B. su Okta Film https://www.oktafilm.it/podcast/

 

Caravaggio (1571-1610)

Lettura di Isabella Carloni

 

Isabella Carloni

 

Ciascuno va verso il proprio riposo. Ma tutti tornano al mondo, che come primo dono offre loro il suo spazio; più tardi, e sarà il suo secondo regalo, darà loro una tavola imbandita e un letto. Per i più fortunati il letto non sarà solitario.

Perfino dopo la grande separazione ritorneremo da voi alla fine della giornata, fuori dal non impedito cielo, e voi ci riconoscerete dalla nostra fatica e dalla pesantezza delle nostre teste sui vostri corpi, di cui tanto abbiamo sentito il bisogno.

 

A seconda che siamo nello stesso luogo o separati l'uno dall'altra, ti conosco due volte. Sei due persone.

Quando sei lontana, per me sei comunque presente. Questa presenza è multiforme: consiste di innumerevoli immagini, passaggi, significati, cose note, punti di riferimento, eppure l'insieme rimane marcato dalla tua assenza, in quanto è diffusa. È come se la tua persona diventasse un luogo, i tuoi contorni orizzonti. Allora vivo in te come se vivessi in un paese. Sei ovunque. tuttavia in quel paese non potrò mai incontrarti faccia a faccia. 

Partir est mourir en peu. Ero molto giovane quando ho sentito citare per la prima volta questa frase ed essa esprimeva una frase a me già nota. Lo ricordo adesso perché l'esperienza di vivere in te come se tu fossi un paese, il solo paese al mondo dove non potrò mai sperare di incontrarti faccia a faccia, è un po' come l'esperienza di vivere con la memoria dei morti. Quel che non sapevo quando ero molto giovane è che nulla piò portarci via il passato: il passato cresce gradualmente attorno a noi, come una placenta per morire. 

In quel paese che tu sei io conosco i tuoi gesti, le intonazioni della tua voce, la forma di ogni parte del tuo corpo. Lì non sei fisicamente meno reale, ma sei meno libera. 

Ciò che cambia quando sei davanti ai miei occhi è che diventi imprevedibile. Quel che stai per fare mi è ignoto. Ti seguo. Tu agisci. E di ciò che fai, io mi innamoro ogni volta.

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