Anja Kampmann, Il cane ha sempre fame

19 Maggio 2022

Anja Kampman è narratrice e poeta. Nata nel 1983, ha studiato letteratura tedesca all’Università di Amburgo e Lipsia e si è dedicata alla scrittura ricevendo prestigiosi premi letterari.

Attualmente, per i lettori italiani, è possibile immergersi nel mondo della Kampman attraverso le pagine del suo romanzo d’esordio, Dove arrivano le acque, in uscita proprio in questi giorni per Keller, che ha ricevuto il Lessing-Förderpreis e il premio Mara-Cassens.

Sabato 21 alle ore 16, avrò il piacere di presentare al Salone del Libro di Torino le poesie di Anja Kampman. Parleremo dei testi contenuti in Il cane ha sempre fame, raccolta ancora inedita, in Italia, pubblicata in Germania da Hanser (2021) e selezionata per una sovvenzione da parte di Litrix, che coprirà i costi di traduzione e darà un incentivo alla pubblicazione italiana.

 

Le tre poesie che seguono sono un piccolo assaggio di quanto Anja Kampman racchiude in questo libro. Fra i versi della raccolta incontriamo, infatti, molteplici storie: le poesie di Il cane ha sempre fame colgono e compongono frammenti dell’esistenza di singoli e scandagli di un presente collettivo, ma anche della Storia, nella quale lo sguardo dell’autrice entra con esattezza, estraendone episodi, muovendosi nel tempo e nello spazio per restituirci un mosaico denso di particolari, immagini e significato che ci parla profondamente di noi e del nostro mondo.

(Alessandra Racca)

 

 

deep blue (*1997)

 

lo chiamarono deep blue 

forse perché credevano ancora 

nell’oceano e nel suo antico potere 

o nella corrente del pacifico 

come si spinge da una terra all’altra 

il grande spirito e il movimento 

di un cervello 

deep blue forse non proprio una coscienza 

ma qualcosa qui calcolava giocava 

a scacchi con kasparov il nostro eroe 

come ti sei sentito dopo aver perso 

alla sesta partita e contro quale 

potenza? pompa da stagno

contro un oceano il potere mentale 

l’anima umana, ah 

e quale blu pensi 

che vedremo oggi?

 

Nota: Deep Blue era un computer per gli scacchi sviluppato dalla IBM. Gary Kasparov, allora campione del mondo di scacchi, perse due partite su sei contro Deep Blue il 10 febbraio 1996. Il pubblico mondiale assistette alla rivincita giocatasi dal 3 all'11 maggio 1997 a New York; alcuni media la definirono una lotta per “l'onore dell'umanità”. Kasparov perse la partita. La sua sconfitta segnò una svolta simbolica nel corso degli eventi ed è considerata una pietra miliare nella storia del computer.

 

a aiken cura

 

I

 

ti possiedono ancora

e se sai cosa ti è successo

la questione del margine da cui si proviene

tu cipollina, tu pezzo della tua pelle

non so se sai che ora sei tu-tu tu-tu tu

che sorpresa. la tua fine dopo la caduta 

non una fine. è stata annullata da una pipetta

mi penso in mezzo ai tuoi cosa – nella stalla 

otto volte lo stesso pallore froge testa di cavallo e zampa 

come un’allucinazione sulla paglia 

dove non c’è né mangiatoia né luce di stelle 

ma lascia – poi sei davanti alla cinepresa

con slancio con slancio sai otto volte 

e sul campo non fa differenza 

come in guerra dove otto soldati ne diventano uno

quando cadono ho visto

te, sì. ti ho visto veloce e tonante

lontano da zia dolly sul campo di polo

pipetta microscopio e pazienza 

divennero oro. e la medaglia caro amico

chi l'ha presa? l’antenato

il pezzo di pelle del petto

o il discen-discen-discen discen-discendente 

(lo senti già il suono del galoppo)

con il suo bel pallore? chiedo 

chi stava lì in piedi

eri tu

eri lì ora

in quel giorno di medaglie?

 

II

 

ah caro discen-discendente

e il tuo galoppo dove si fermerà?

 

Nota: Aiken Cura era un cavallo da polo argentino. Nel 2006 lo stallone venne ucciso dopo un incidente patito nella finale dell’Open d’Argentina. Dalle cellule della sua pelle, il suo proprietario, Adolfo Cambiaso, fece creare il primo clone di cavallo mediante trasferimento nucleare da cellule somatiche – la stessa tecnica usata per sviluppare Dolly, il primo clone di pecora. Nel 2016, Cambiaso vinse i prestigiosi Palermo Opens con i sei cavalli clonati dalla cavalla diciassettenne Cuartetera, che era stata nominata il miglior cavallo da polo della storia.

 

 

il tavolo

 

quando entro nel negozio

per chiedere

come prendersi cura di un vecchio tavolo

foderato in pelle

il commesso dice quasi con gaudio

non c’è nulla di particolare

da fare

pelle normale dice

è esattamente così dice

così come la nostra

suona come la 

buona novella

una bottiglia

di lozione per il corpo

dice

guardi

ed è solo la luce

forse

una vertigine

guardiamo

dentro il collo stappato della bottiglia

e guardiamo in alto

come dal pozzo più profondo.

 

Traduzione a cura di Federico Italiano, poeta (vincitore del Tirinnanzi 2020) e traduttore, vincitore del premio Geiger (2021) per la traduzione di Jan Wagner (Einaudi) e da poco in libreria con una nuova traduzione di Wanger per Bompiani.

 

Anja Kampmann, Der hund ist immer hungrig (Il cane ha sempre fame, München: Hanser, 2021).

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