Ritorno al futuro / "Le Conseguenze economiche della pace" di John Maynard Keynes
Continua il nostro speciale Ritorno al futuro. L'idea è quella di rileggere libri del passato che offrano una prospettiva capace di illuminare il momento che viviamo oggi. Per leggere gli altri contributi cliccare sul nome dello speciale a sinistra sopra il titolo in questa stessa pagina. Sono passati cento anni da quando, alla fine del 1919 – pochi mesi dopo la firma del trattato di Versailles – John Maynard Keynes pubblicò Le conseguenze economiche della pace. L’autore, che aveva partecipato alle trattative come rappresentante del Tesoro britannico, denuncia la durezza e l’insensatezza della “pace cartaginese” imposta alla Germania sconfitta. Il libro ebbe grande diffusione, e rimane ancora oggi nella memoria delle persone colte. Keynes non sapeva, naturalmente, il corso futuro della storia europea. Ma molti, in seguito, hanno letto il suo libro come una premonizione: la pace cartaginese di Versailles fu interpretata come il germe del revanscismo, del nazismo e della seconda guerra mondiale. Rileggere il libro oggi, rivivere la temperie di un secolo fa, ci aiuta a ragionare su due temi quanto mai urgenti e vivi: l’Europa; il populismo. Il libro, per...
Francesca Mandelli: educazione e potere / La culla degli obbedienti
“Forse la verità più straordinaria dell’età moderna è che certi tipi di tecnologia avanzano in modo non lineare, ma su curve esponenziali […] Ogni anno una parte sempre più ampia del mondo della tecnica viene risucchiata in queste curve esponenziali. A grandi linee ciò significa che ogni anno vede più innovazione rispetto a tutti gli anni messi prima insieme”, ha scritto Paolo Benanti in un piccolo ma denso saggio (Oracoli, p. 9). La crescita della governance algoritmica pone sfide inedite e drammatiche: l’algocrazia, cioè la pervasiva ma invisibile presenza di intelligenze artificiali che regolano e organizzano massicce fette del nostro vivere quotidiano, richiede una riflessione concettuale ed etica in grado di evitare il peggiore dei futuri distopici. Richiede, anche, ovviamente un surplus di riflessione sul terreno dell’educazione e su quello dell’istruzione. Non è privo di significato, dunque, segnalare la recente pubblicazione La culla degli obbedienti. Inchiesta sui rapporti tra educazione e potere. L’opera è l’esito è di una serie di «libere conversazioni» intrattenute su temi educativi (socializzazione primaria e secondaria, istruzione formale e informale,...
Letto in un’altra lingua / Nicolas Mathieu, Leurs enfants après eux (Premio Goncourt 2018)
Heillange non sembra una città immaginaria, appare più come un'isola, con un lago al posto del mare a separarla dal mondo. Esistono numerose isole, come spiegava Margaret Cohen, recalcitranti alle trasformazioni e ai cambiamenti: a ben vedere non è il caso di Heillange. Heillange è semplicemente passiva, un luogo in cui le cose sembra che accadano solo perché devono accadere, con il lavorio del tempo capace unicamente di generare un cambiamento ripetitivo e quasi indifferenziato. È qui, in questo spazio vuoto situato da qualche parte nell'Est della Francia, che è ambientato il romanzo di Nicolas Mathieu Leurs enfants après eux (Actes sud, 2018), insignito di recente, un po' a sorpresa, del prestigioso Prix Goncourt (il corrispettivo del nostrano Premio Strega). Mathieu (1978), alla sua seconda prova da romanziere, ricostruisce in questa narrazione la crisi economica, sociale, quindi culturale di una zona che tra la fine degli anni Ottanta e l'inizio degli anni Novanta ha subito l'onta feroce della deindustrializzazione a seguito della chiusura definitiva della Metalor, l'acciaieria che per decenni aveva dato lavoro a tutta una comunità: «Durante un secolo gli...