Arte per ciechi riprende il filo del precedente Duchamp, Picasso e gli altri e lo conduce fino alle soglie dei nostri giorni. Ne esce una originale visione dell'arte contemporanea scandita in alcuni momenti fondativi non a tutti evidenti, letti da una originale prospettiva che, accanto alle opere, dà un grande peso al "pensiero degli artisti, alle loro parole e intenzioni", nella convinzione che "gli artisti comprendano qualcosa che solo l’esercizio dell’arte permette di cogliere".
Il titolo riprende quella "Scultura per ciechi" di Brancusi che costituisce l'oggetto del saggio di apertura e indica una modalità del percepire e dell’accostare l'arte che talvolta deve passare per l'accecamento, il silenzio, l'azzeramento e la cancellazione per produrre del nuovo, non solo nella creazione artistica, ma anche nella sua comprensione. In tal modo è possibile tornare a vedere, o vedere per la prima volta, il valore e la portata di artisti come Schwitters e Manzoni, e comprendere appieno il significato di Cage per le arti visive, e viceversa, e il ruolo decisivo della "Ritrattazione" di Robert Morris per l'arte degli ultimi decenni.
INDICE
La «Scultura per ciechi» di Brancusi
Ur-Schwitters
John Cage: l’arte quando non c’è arte
Piero Manzoni: l’artista e l’essere
La «Dichiarazione di ritrattazione estetica» di Robert Morris
Elio Grazioli è critico d’arte contemporanea, insegna Storia dell’arte contemporanea all’Università e all’Accademia di Belle Arti di Bergamo. E’ direttore artistico della manifestazione “Fotografia Europea” di Reggio Emilia e codirettore della collana editoriale “Riga” per l’editore Marcos y Marcos. Ha pubblicato: Corpo e figura umana nella fotografia (1998), Arte e pubblicità (2001), La polvere nell’arte (2004), Piero Manzoni (2007), Ugo Mulas (2010), La collezione come forma d’arte (2012).