Barolo: Collisioni 2013

5 Agosto 2013

Collisioni è il festival musicale e letterario che da cinque anni si tiene tra le colline delle Langhe, nel cuneese. Inizialmente a Novello, la kermesse ha preferito successivamente appoggiarsi all'ospitalità del Comune di Barolo e ha progressivamente aggiustato il tiro rispetto alla propria natura di festival, passando, nel giro di poche edizioni, da momento dedicato prevalentemente alla letteratura a rassegna musicale in grado di richiamare nomi di altissimo livello della scena nazionale e internazionale.
La particolarità di questo festival è quella di contaminare tra loro pubblici diversi, appartenenti grossomodo alle tre aree di interesse di Collisioni, quella letteraria, quella musicale e quella enogastronomica. Per centrare questo obiettivo la strategia degli organizzatori è puntare tutto sulla popness dell'evento, declinando i tanti appuntamenti in calendario di conseguenza. Questo vuol dire, per quanto riguarda i concerti, scegliere nomi di richiamo come Jamiroquai, Gianna Nannini, Elio e le storie tese, Fabri Fibra, Elton John (il cui concerto è stato annullato per motivi di salute). Stessa cosa dicasi degli incontri letterari, ospitati nelle diverse piazze cittadine: Ian McEwan, Giuseppe Tornatore, Michael Chabon, Roberto Saviano, Daria Bignardi, David Grossman, Ascanio Celestini, Lella Costa, V.S. Naipaul, Ayelet Waldman, David Sedaris, Lilli Gruber, Serena Dandini,  Luciana Littizzetto, Paola Mastrocola, Massimo Carlotto, Giuliano Sangiorgi.

 

 

Il risultato di tale sforzo non si è fatto attendere: il paese, che durante il resto dell'anno è abitato da poco più di 700 anime, ha visto affluire complessivamente nelle sue strade circa 70.000 persone, questo il numero diffuso dagli organizzatori al termine della kermesse. Un pubblico molto vario per età ed estrazione sociale. Tantissimi i minorenni e i giovani under 25.
Può quindi dirsi centrato l'obiettivo degli organizzatori dell'evento e non è difficile immaginare la generale soddisfazione per l'impatto che il festival deve aver avuto sull'economia del territorio.

 

 

La nostra presenza al festival è stata dettata dalla volontà di assistere ad alcuni incontri letterari e dalla curiosità di conoscere da vicino Collisioni. Le conferenze che abbiamo seguito con particolare interesse (e di cui abbiamo fatto anche il live twitting, per non farci mancare niente) sono state quelle di Michael Chabon, Giuseppe Tornatore, David Grossman e David Sedaris. E mentre quest'ultimo ha dato vita a uno sketch comico molto divertente ma praticamente irriproducibile con Lella Costa, gli altri sono stati incontri più canonici e ugualmente piacevoli.

 

 

Chabon ci ha parlato dell'importanza della musica nei suoi romanzi, di cosa intenda per pop culture e di come sia impossibile non farvi riferimento, visto che ci siamo nati dentro.
Poi ha fatto riferimento a come costruisce i personaggi dei suoi romanzi, della sua lotta con la scrittura per rompere schemi abusati e stereotipi prendendo in contropiede le possibili aspettative del lettore e creare situazioni ricche di stimoli. Anche per questo, ci ha detto, le vicende dei suoi libri si basano spesso su importanti cambiamenti da affrontare e scelte capitali in cui i protagonisti si scontrano con la difficoltà di prendere delle decisioni, perché nessuno sa mai cosa potrebbe succedere in futuro.

 

 

“Ho capito cosa volevo fare da grande la prima volta che sono entrato in una sala cinematografica, avevo sette anni”. Così ha esordito Tornatore, raccontando delle origini della sua carriera e di come all'inizio fare il regista fosse per lui un modo di tenere insieme interessi politici e sociali.
Evocando le parole di Kurosawa, “Ho fatto tanti film ma non so dire quale sia l'essenza del cinema”, ha poi parlato del linguaggio cinematografico, un linguaggio che nasce da un difetto e caratterizzato dal continuo perfezionamento di ciò che si era già capito all'inizio della sua storia, le sue molte possibilità di utilizzo. L'importanza della tecnica è funzionale al raccontare storie, solo queste sono importanti e possono nascere anche da un'immagine o da un episodio visto per strada, come è successo con alcuni suoi film. “Stanno tutti bene nasce così: vidi un vecchio cenare da solo a un ristorante e immaginai il resto”.

 

Schiacciati dai 35° di caldo del pomeriggio, Grossman ha gelato il pubblico introducendo con queste parole la presentazione di Caduto fuori dal tempo, il suo ultimo libro: “Quando muore un figlio rimani senza parole e ci fai i conti tutti i giorni della tua vita. Reagire è la cosa più difficile, solo con le parole posso trovare la forza per affrontare questa situazione e andare avanti. Il mio ultimo libro parla di questo, racconta il tentativo di muoversi nonostante tutto, perché il lutto blocca e ti impedisce di vivere , mentre andare avanti è necessario, il movimento è vita, è il modo di sentirsi liberi e non sentirsi limitati dalle situazioni, anche le più gravi”.

 

Lo scrittore israeliano ha poi fatto riferimento a come è nato il libro: “Quando inizio un nuovo romanzo di solito faccio dei tentativi, non so dove andrò. Questo libro invece l'ho scritto animato da una grande tensione”. Poi ci ha spiegato che per lui è fondamentale credere nella storia che si sta raccontando: “per riuscire a raccontare una storia devi prima di tutto crederci, dargli fiducia per dargli vita”, altrimenti sarà tutto inutile e lo scritto sarà freddo, poco coinvolgente e ancor meno convincente per il lettore. Perché il punto è che “in ogni momento la scrittura ti mette a nudo”.

 

 

Come abbiamo detto, siamo andati a Barolo interessati più che altro a seguire alcuni incontri letterari ma, già che c'eravamo, abbiamo approfittato per fare qualche domanda in giro e chiedere un parere agli abitanti del luogo: dal ristoratore, all'autista di pullman, dall'addetto alla sicurezza ai ragazzi dello staff.
Quello che abbiamo potuto registrare durante la nostra permanenza di due giorni è stato un tangibile orgoglio per essere stati in grado di ospitare una tale manifestazione. Un entusiasmo modulato, va detto, da una cauta preoccupazione per il numero delle presenze e il tipo di pubblico, collegato alla capacità del Comune e della zona di assorbire un numero di persone così elevato.

 

Collisioni 2013 è stato un grande successo, ma va fatto notare che, in un contesto storico e ambientale così particolare come le Langhe, può andare incontro a possibili critiche se non sarà capace, con la necessaria lungimiranza, di dotarsi un'organizzazione e una struttura ricettiva in grado di far convivere con reciproco rispetto i diversi pubblici che lo compongono e lo contraddistinguono.

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