Pagine zittite

6 Febbraio 2011

Forse è giusto cominciarla così, una rubrica su internet: con un tipo che cancella i siti. Si chiama Niko Princen, classe 1979, e gioca su quel campo un po' rischioso fra la tecnologia e le arti visive, fra script, grafie indecifrabili e chincaglierie tecniche di ogni tipo.

Fra le tante magie (segnalo, su tutte, Lorem Scriptum), ha inventato un sito che ha l'unico compito di "ammutolire" altri siti: Abstract-O-Matic. Digiti una url, invii, e lui ti restituisce una (splendida) griglia colorata, senza testo né immagini. Vuota e muta, come un Albers d'inizio secolo.

E' pieno il Novecento di artisti che hanno lavorato sulla cancellazione, restituito tele bianche (Malevic), pensato l'assenza (Parmiggiani), tagliato e bruciato tele (Fontana e Burri) o cancellato interi libri (Isgrò). Ma qui, in questo lavoro che lavoro non è, o non sembra esserlo, c'è qualcosa di più.

C'è il piglio tecnico di una restituzione in codice, linguaggio per linguaggio (cancellare con la stessa materia con cui è scritto), dentro e oltre l'alchimia scientifica e mestierante. Codice che svuota codice. E c'è il rifiuto dell'opera come oggetto autoriale e costruito, in cambio di un oggetto restituito, user generated, per dirla usando la grammatica della rete.

A noi resta quella strana epifania che è verificare i risultati (quel che ognuno digita è di per sé già una ricerca), seguire le trame delle griglie, ricomporre i pezzi, e osservare il mistero muto di un'astrazione geometrica.

Ogni tanto, qui e lì, troverete, come fossero errori, degli imperscrutabili "or" e "and". D'altronde, e questo è rassicurante, anche il più futuribile sperimentatore visivo non si sottrarrà mai al fascino, intramontabile, della licenza poetica.

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