Speciale

L'orto di Barcellona

11 Novembre 2011

“Barzalona […] è bella e grande cosa per gli edifici, pel mare che batte alla città proprio alla loggia de' mercatanti, pélle strade belle [...]; per essere dilettevole di giardini bellissimi e di molti aranci”.
Francesco Guicciardini, Diario del viaggio in Spagna, 1514

“Esiste anche un logos del Manzanarre: questa umilissima sponda, questa liquida ironia che sfiora le fondamenta della nostra urbe trasporta, senz'altro, tra le sue poche gocce d'acqua, qualche goccia di spiritualità”.
José Ortega y Gasset, Meditaciones del Quijote, 1914


Come Otto Waltser sono anch'io un collezionista di passeggiate. Non è mica facile collezionare passeggiate, ci vogliono molta pazienza e molto spazio; bisogna avere una passeggiateteca.

Essendo una città geograficamente storta, a Barcellona non ci si orienta secondo i punti cardinali, ma sulla base di quattro coordinate: mar, muntanya, Llobregat e Besòs, essendo questi ultimi i due fiumi che la delimitano sui fianchi. Per indicare un luogo, si dice il nome della via seguito dal codice cifrato: lato muntanya-Besòs, lato mar-Llobregat.

Appena ho un po' di tempo vado volentieri a zonzo, a piedi o in bici, lungo i due fiumi del  perimetro cittadino, esploratore e ficcanaso, alla ricerca di nuovi pezzi per la mia collezione, lasciando che a guidarmi siano intuizioni improvvise, il richiamo di una strada invece di un'altra, inventandomi come Don Chisciotte mete effimere e avventure di genti incontrate sul cammino.

Qualche giorno fa sono stato, ancora una volta, sul Llobregat. Pur sommerso da viadotti autostradali e ferroviari e circondato da capannoni, il delta del fiume è ancora capace di resistere, se gli si dà fiducia, e sfoggiare ville con eleganti giardini, campi e orti, famosi soprattutto per i carciofi. Scendendo verso il mare, ho attraversato città satelliti, cresciute come bozzoli di seta intorno a cascine e palazzotti fuori porta e ora incastrate l'una nell'altra: Esplugues de Llobregat, Cornellà del Llobregat, L'Hospitalet de Llobregat. Tra Sant Feliu de Llobregat e Sant Joan Despí ho scovato una vera e propria stradina di campagna e da lì un'intera rete di stradine di campagna che si ramifica tra gli orti.
Alla foce del fiume, al Prat de Llobregat, un parco fluviale circonda l'aeroporto: sentieri, acquitrini, isolette, torri panoramiche e colonie di uccelli autoctoni e di passaggio.

Tornato a casa, ho aggiornato la mia passeggiateteca: frammenti di mappe stropicciate; pietre di fiume, conchiglie di mare; una carrozza settecentesca, fabbricata in Italia e custodita nelle rimesse della villa del parco del Palau Falguera, a Sant Feliu, dietro una parete di vetro; foglie di platani, acacie, fichi e carrubi; rametti di rosmarino e timo; una nuova biblioteca bauhaus a Sant Joan, con prati di papaveri e margherite sul tetto; una borsa di carciofi e penne d'anatra e folaga; i resti di un antico “semàfor” marittimo e della caserma dei Carabineros, davanti al mare del Prat, che qui vivevano controllando il via vai delle navi dal porto e ammalandosi di malaria; poi voci, lingue, facce, sguardi, storie, cieli, luci, stagioni.

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