Speciale

Tavoli | Claudia Tarolo

17 Marzo 2014

Non è la stessa scrivania di Claudia a cui mi avvicinai dodici anni fa, con le gambe tremanti,a correggere il primo racconto che la Marcos y Marcos mi pubblicò.
Posso però riconoscere lo stesso ordine e la stessa precisione.

 

Tutto quell'ordine all'epoca mi parve davvero una cosa inconcepibile: ogni singola cosa al suo posto, come una sala operatoria. Mai visto niente del genere.

 

Poi ho capito che quello che fa Claudia con le bozze dei nostri libri in effetti è una specie di alta chirurgia; aggiusta quello che non funziona.

 

Adesso so che quel genere di ordine è tipico delle persone che lavorano tanto, e tanto amano quello che fanno.

 

Non che i disordinati non lavorino tanto e non amino il proprio lavoro, ma diciamo che possiamo permetterci il lusso di cercare una certa matita o un tale foglio anche per dieci minuti.

 

Vedendo la foto della sua scrivania, mi è subito balzato agli occhi il motivo per cui Claudia e io ci troviamo ancora così bene a lavorare insieme, dopo dodici anni e sei romanzi.

 

Le persone per andare d'accordo devono incastrarsi, come le sagome dei puzzle.
E la sua meravigliosa precisione si incastra perfettamente con il mio orribile disordine.

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