Vespa vs Follett

2 Febbraio 2011

"Don't judge a book by its cover". Forse non aveva tutti i torti l'uomo-libro di Fahrenheit 451 che rimprovera Montag di sguardi troppo insistenti.

Infatti, nonostante mi capiti di disegnare copertine, non mi faccio molte illusioni sulla capacità del design di spingere il libro nelle mani di un lettore.

Per contro Gian Arturo Ferrari in un'intervista* parla dell'estrema importanza dell'aspetto grafico di un libro che trasforma il testo, il contenuto e lo comunica. Racconta in modo suggestivo di libro-lumaca, perché "porta sulle proprie spalle la sua casa, porta la comunicazione di se stesso su se stesso".

Dunque consideriamo un uomo-libro, anzi un libro-uomo, come una copertina e confezione sbagliata, un oggetto che comunica più chi lo ha disegnato (o l'editore che lo ha scelto) che le idee e il testo che contiene. Andiamo a caccia di lumache, senza intenti denigratori sugli autori della grafica: non si tratta di dare il premio alla più bella copertina o di fare la rassegna del brutto. Brutto e bello sono categorie inesistenti in cui si rifugiano gli impreparati a criticare. Questi vogliono solo essere appunti visivi che parlano della categoria dell’appropriatezza.

* Intervista realizzata da Niccolò Mazzoni, Roma 10 dicembre 2010.

 

1. La copertina di Ken Follett e Bruno Vespa hanno lettering, colore e tipo di illustrazione molto simili. Per lo stesso editore, usciti nello stesso periodo.

Dalla scheda del volume di Follett apprendiamo che nel libro "Ken Follett racconta i drammi personali dei vari protagonisti: ricchi aristocratici, poveri ambiziosi, donne coraggiose e volitive e, sopra tutto e tutti, le conseguenze della guerra per chi la fa e chi resta a casa." Sembra essere una "storia politica e romantica" come quella dichiarata nel sottotitolo di Vespa. Due classici come le incisioni in stile XIX secolo?

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