Alix Kates Shulman. Il senso dell’amore

12 Giugno 2012

Dopo vent’anni di matrimonio la vita improvvisamente cambia per Alix Kates Shulman, romanziera, saggista e una delle storiche femministe americane, il marito cade da un soppalco, non muore, ma riporta gravi danni neurologici. Non una scomparsa quindi, piuttosto un’assenza. La convivenza si modella in una nuova forma, come in una vita parallela in cui il marito è in grado di ricordare il passato, ma è incapace di accumulare nuovi ricordi. Qui non è il passato una terra straniera, bensì il presente.

 

Il senso dell’amore (Einaudi Stile Libero/Extra, 2012, pp. 212, € 17) non è la via crucis di una donna in perenne sacrificio, ma la storia di una passione amorosa che nemmeno la menomazione di uno dei due è in grado di spegnere. Anzi, l’emergenza estremizza i sentimenti, l’odio e l’amore assumono una purezza pericolosa quanto incantevole, il rapporto rischia il baratro ogni ora, ma ogni ora porta con sé anche un carico di speranza, una qualche possibilità di miglioramento, l’equilibrio è un perenne inciampo. Schulman racconta in prima persona, quasi come un diario, l’evolversi delle condizioni di Scott stretto nel binario di un lento miglioramento neurologico e di un’inesorabile invecchiamento.

 

L’autrice è sempre presente in prima persona con i propri dubbi e sensazioni: sempre più addentro in una sorta di realtà parallela dalla logica sfuggente che è il mondo dimentico e confuso del marito, la Shulman muta percezione del mondo. Le sue stesse idee hanno bisogno di nuove convinzioni, le spiegazioni non bastano mai: tanto possono apparire banali e scontate le domande che il marito le rivolge, quanto difficili e drammatiche sono le risposte che lei deve dargli e prima di tutto darsi. Il senso dell’amore diventa così una valigia dentro cui contenere infiniti sensi, quello del sacrificio, quello della libertà, quello del dolore, quello della responsabilità, una valigia che non ha spazi infiniti e che non può essere inutilmente appesantita.

 

Entrambi si trovano così obbligati nuovamente ad imparare a fare scelte, insieme, ma per sempre separati, incapaci di poter dialogare direttamente l’uno con l’altro se non per piani distinti. La solitudine e l’impossibilità di poter rimanere sola sono la principale contraddizione: l’uomo con cui era possibile parlare e confrontarsi su tutto non c’è più, ma quello stesso uomo ha bisogno ora di un’assistenza ininterrotta. I ricordi dell’uomo che fu si fanno strazianti, ma non escludono mai l’uomo che è ora, anzi si modificano e cambiano angolatura in funzione dell’oggi, rivelando una straordinarietà magari solo intravista: il presente rivela il passato in una luce più vivida e trasforma il giuramento matrimoniale “nella salute e nella malattia” in un obbligo della passione.

 

Non esistono santi e non esistono aguzzini, ricorda la Shulman, ma solo prigionieri, entrambi del medesimo danno. Non finge eroismi l’autrice, anzi vaglia tutte le ipotesi possibili, compresa quella di lasciare il marito in una casa di riposo, ma il bisogno di vederlo, di amarlo, il desiderio che prova ancora quando i suoi occhi si posano su di lei le impediscono di farlo, di perderlo in definitiva per davvero. L’amore ai nostri tempi è anche quello di due vecchi che si sono cercati tutta la vita tra college, lavoro e matrimoni falliti alle spalle e che ora si ritrovano rinchiusi in uno spazio soffocante dentro cui è difficilissimo non urtarsi. L’unica possibilità è smussare e levigare, senza mai sacrificare se stessi, pena la perdita di tutto ciò che si è amato: la propria vita, la propria libertà, e Scott stesso, giovane e vecchio, forte e debole, tutto insieme senza abbandono alcuno.

 

 

Alix Kates Shulman

Il senso dell’amore. Storia di un matrimonio

Einaudi Stile Libero/Extra

marzo 2012, Torino

Titolo originale: To Love What Is. A Marriage Transformed

Traduzione di Monica Capuani

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