Gli eroi dello sfinimento

17 Marzo 2011

Camillo Cavour vive ad Alessandria dove dirige l’Agenzia delle Entrate. Ha sessantadue anni, tra un po’ andrà in pensione, ma la cosa non lo rende affatto felice. È sposato con Imma Magris, la direttrice didattica dell’Istituto comprensivo Torquato Tasso. Soffre da anni di reflusso esofageo. È andato da molti specialisti, ma il disturbo periodicamente ritorna, specialmente la sera quando si siede sul divano a guardare la televisione. Camillo è una persona abbastanza conosciuta nella sua città. Ad ogni nuova elezione sostiene con oculati slanci il sindaco che puntualmente si rivela vincente. È appassionato di monete antiche, gli piacciono soprattutto quelle romane. Ha due figli: uno lavora alla Borsa di Londra e l’altro fa l’agente immobiliare a Montecarlo.

 

 

Daniele Manin vive a Mestre in un appartamento all’ottavo piano di un palazzo che si sporge su una via molto trafficata. È vedovo ormai da vent’anni. Non ha mai provato a risposarsi. Dopo la morte della moglie si è concentrato sull’orto di casa e sui libri. Non frequenta ristoranti, non guarda la televisione, non compra giornali, non sa usare il computer. Il suo medico ogni tanto gli prescrive una nuova cura per la depressione. Lui ogni volta prende le pillole per qualche giorno e poi le butta per paura di stare ancora peggio. Il sabato mattina prende la macchina e va a cercarsi un posto dove passeggiare solo e indisturbato. Non ha figli e non ha parenti. Il lunedì mattina va all’ufficio postale e fa un vaglia di beneficenza. In genere aiuta persone che stanno molto lontane dall’Italia. Ha un solo amico, un calabrese che fa il panettiere. Parlano poco e mai della loro vita. A Daniele piace starsene nel forno a sentire l’odore del pane appena cotto.

 

Giovanni Pantaleo ha trentaquattro anni. Vive a Cefalù. Lavora come carpentiere e ha già avuto un paio di brutti incidenti. L’ultima volta è caduto dal tetto ed è rimasto in coma per due settimane. Il proprietario dell’impresa si è incazzato perché Giovanni non si mette mai il casco e le scarpe di sicurezza che gli hanno dato. Lui alla morte non ci pensa e in genere non ha mai brutti pensieri. Da ragazzo salvò un suo compagno che stava annegando. Fare il bene era l’unica passione della sua vita, ma adesso si è un poco attenuata. Passa tutto il suo tempo libero in uno dei bar nella piazza del paese. Se arriva in anticipo, ordina una birra e aspetta gli amici per giocare a carte. Vive con la madre che è quasi cieca e con il padre che ha perso un braccio su un cantiere in Svizzera.

 

Francesco Crispi insegna storia e filosofia in un liceo di Portici. Ha fondato un gruppo che cerca di difendere e valorizzare il patrimonio archeologico della zona. Ha ricevuto varie minacce perché ha messo i bastoni tra le ruote ad alcuni costruttori che si sono visti impedire i lavori dalle sue segnalazioni alle autorità competenti. Sua moglie insegna italiano alle scuole medie. Hanno un solo figlio, nato con una grave malformazione. Ogni domenica, da vent’anni, vanno in chiesa a pregare per la sua guarigione.

 

Giuseppe Garibaldi vive a Genova e lavora come portuale. La moglie, che lo ha lasciato molti anni fa per un orefice, vive a Milano. Giuseppe dopo il lavoro costruisce piccole navi di legno. Per farne una ci mette molti mesi e quando è finita la regala agli amici. La domenica organizza gite in montagna. È un grande camminatore. Almeno una volta all’anno organizza un viaggio a piedi da Genova a Ventimiglia.

 

Giuseppe Mazzini, figlio di emigrati lucani, vive a Rieti. Dopo il diploma da ragioniere, da trent’anni fa l’assicuratore. L’anno scorso è stato eletto presidente della locale sezione di Italia Nostra. Un paio di volte si è candidato alle elezioni comunali, ma non è mai stato eletto. Ha un solo figlio maschio che vive da alcuni anni in una comunità di recupero per tossicodipendenti. Lui ha avuto un infarto e adesso gli è molto calata la vista.

 

Nino Bixio fa il vigile urbano a Martina Franca. Nino qualche anno fa giocava ancora come terzino nella locale squadra di calcio. Prima di sposarsi era un tipo allegro. Sua moglie fa la casalinga e soffre di attacchi di panico. Spesso resta per mesi interi senza uscire di casa e anche in casa ha molti problemi. La notte dorme sempre con la luce accesa. Non possono avere figli e stanno aspettando da anni di poterne adottare uno. Ora pare che, tramite un amico di un parente al ministero degli esteri, gli riescono a dare due fratellini rumeni.

 

Vittorio Emanuele vive a Torino, dalle parti di Porta Romana. È stato per quindici anni impiegato alla Fiat. Dopo il licenziamento, dovuto al fatto che mentre era in malattia da sei mesi fu scoperto su una nave da crociera, fa lavoretti come idraulico nel suo quartiere. Ha sempre sognato di fare il cantante. Il sabato sera va in un locale dove fanno balli di gruppo. È molto bravo a ballare la salsa.

Se continuiamo a tenere vivo questo spazio è grazie a te. Anche un solo euro per noi significa molto. Torna presto a leggerci e SOSTIENI DOPPIOZERO