Speciale

Lettera a un/a giovane insegnante 3

27 Agosto 2014

Al volgere di una tornata di immissioni in ruolo, un po' per gioco e un po' no, mi erano stati chiesti dei consigli. Naturalmente, mi sono schermito. Poi ho pensato a quello che avrei voluto sapere quando non ancora trentenne ho iniziato a insegnare e che ho scoperto in classe, nel decennio successivo e confrontandomi con altre esperienze. Il gioco mi ha preso la mano e ne è venuto fuori una autoriflessione da condividere in alcuni punti. Se ne possono aggiungere altri, chiaro.
Pensavo, con tutta la distanza autoironica del caso, alle lettere di un Rilke più stralunato, invece è risultata la voce di un Wittgenstein più nevrotico, con tutta la distanza autoironica del caso. L'importante è avere buoni modelli, con tutta la distanza autoironica del caso.
In più: sono consapevole che la condizione del giovane insegnante sia in realtà abbastanza rara, e quando c'è è precarizzata e soggetta a malus di varia natura che qui non trovano posto.
Il testo è rivolto a chi è già dall'altra parte del deserto. Ma da chi come me è considerato troppo critico e apocalittico queste righe vogliono essere un segno benaugurante per gli anni a venire.

 

#3

Arriva presto a scuola, avendo già chiaro quello che hai intenzione di fare ogni ora e possibilmente le notizie del giorno.

Sostieni ogni miglioramento e soprattutto l'impegno dei tuoi studenti. Dopo aver fatto tutto il possibile per costruire motivazione, stigmatizza la pigrizia, la negligenza, il disinteresse, la faciloneria.

Riporta gli elaborati in tempi accettabili. Quando consegni compiti commenta il lavoro e poi dedicati alle singole correzioni di ogni studente: concediti alle spiegazioni e a quello che chiederanno, sii disposto a rivedere voti se hai sbagliato la valutazione.

Le interrogazioni sono estenuanti, sappilo. Organizzale con metodo. Non troppe persone per ora, turni equilibrati di risposta, domande chiare e di difficoltà omogenea tra pari; nei casi critici in particolare, adeguata a chi hai di fronte.

Deve essere un colloquio e non deve fare paura. Occhio all'ora e prendi appunti. Valuta sempre a caldo un orale, non decidere poi. Se cambi idea, ci tornerai sopra dopo, motivando la tua scelta. È apprezzabile essere irremovibile sulle questioni deontologiche, ma altrettanto importante saper tornare su propri errori e sviste.

Se sei in un triennio concedi la programmazione degli orali o accetta volontari. Aiutano le persone a responsabilizzarsi. Il successo rinforza l'autodeterminazione degli studenti; l'insuccesso aiuta a prendere coscienza della loro responsabilità. Se gli accordi saranno violati da uno studente, l'insufficienza anche molto grave sarà indiscutibile.

Fatti valutare dagli studenti in forma anonima, alla fine dell'anno.
Insisti sul fatto che una loro insufficienza è un tuo fallimento. Anche quando non è vero.

Pratica forme alternative di valutazione: lavori a casa, relazioni, blog di classe, interventi costruttivi.
Documenta e argomenta per i tuoi registri e la burocrazia scolastica.

Incentiva la lettura di libri o riviste. Portane e lasciali a disposizione della classe per quando interroghi. Ogni tanto regalatevi un momento di sola lettura, gratuita.

Seleziona e diffondi tra i tuoi studenti film e mondo web di qualità, in relazione all'attività didattica e alle tematiche che più sceglierete come topics dell'anno.

Accetta le sollecitazioni dei tuoi studenti che vengono dall'attualità, anche se è irritante e stereotipante; sottraiti, solo se è un diversivo per evitare l'attività didattica.
Ricordati che potrebbe essere a scuola che sentono l'unica voce ragionevole su quegli argomenti.

Anche le domande, a volte superficiali, sulla tua lezione e le eventuali provocazioni su temi caldi (razzismo, fascismo, economia) posso essere spunti per rilanciare una riflessione. Accettale e rovesciale a tuo favore.

Informati sulle loro attività culturali, sportive, ricreative. Non è vero che le “teste dei giovani sono vuote”: al limite sono 'piene' di altri valori, alcuni dei quali non conosci minimamente o sui quali nutri stereotipi riduttivi. Probabilmente molti di quei valori sono deplorevoli per diversi motivi: innanzitutto qualcuno li ha insegnati loro, e poi devi dar loro gli occhi per capirlo da soli, non distruggere i loro significati in modo censorio e moralistico.

Per qualche adolescente fare cose che prevedono una forma di ripresa/sanzione è una richiesta di ascolto. Se serve: la nota, il sequestro di un cellulare, la segnalazione al Dirigente, la convocazione della famiglie sono strumenti di cui disponi. Usale il meno possibile e con giudizio, ma se le minacci poi portale fino in fondo.

Non ingaggiare mai un conflitto con chi ha meno della metà dei tuoi anni; in situazioni estreme accetterai anche eventuali attacchi a te (saranno, se ci sono, molto rari e sono comunque significativi di qualche cosa), ma non tollerare che qualche altro studente sia oggetto di attacchi da un altro.

Per gli studenti sei l'incarnazione della materia che insegni. La credibilità di Kant, di Ariosto o di Euclide è garantita da te. Deve essere chiaro che dedichi  a quello gran parte della tua giornata.

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