Speciale

Tavoli | Marina Ballo Charmet

24 Giugno 2013

Nonostante ci siano due sedie disposte sui lati del tavolo, la fotografia pare a testa in giù perché i libri sono tutti rivolti verso l’alto – perfino il cd. “Giusti” sono invece entrambi i computer, cioè le tastiere. Che vi sia una voluta contrapposizione tra lettura e scrittura? La domanda mi fa sorridere, perché, per come conosco Marina Ballo Charmet, colta e concentrata sulle sue conoscenze ma al tempo stesso così restia ad esibirle e a scriverne, questo tavolo pare proprio la foto della sua testa. Lei protesta, perché, dice, è stata scattata senza lasciarle il tempo di mettere a posto le cose. Ma appunto!

 

L’idea della testa mi viene naturalmente anche dall’inquadratura azimutale, dove lo schermo da computer più grande finisce con l’apparirmi come un volto piatto, una versione tecnologica di una delle sculture piatte di Giacometti.

 

Tralascio altri riferimenti iconografici e invece ruoto la fotografia per leggere quello che Marina legge, per spiare dentro la sua testa gli ingredienti della sua tavola.
Vedo, tra l'altro, un Celati sopra una pila, sotto il quale si riconosce un volumetto della collana “Champs” di Flammarion e più sotto l’Atlas di Richter. Poi si individua bene la copertina di L’ombra dell’oggetto di Bollas e accanto, per metà, Gioco e realtà di Winnicott; e ancora, in un angolo, il Francis Bacon di Anzieu. Ecco già un bell’insieme di riferimenti importanti per l’opera di Marina: psicologia e psicanalisi, un certo tipo di scrittori e di fotografia, e di arte che fa un determinato uso della fotografia.

 

Se poi si pensa a questi autori e li si lega alla “coda dell’occhio” e al “primo campo”, titoli indicativi di alcune sue  opere, si avrà un insieme alquanto interessante, una sorta di rebus, nel suo incastro di visivo e verbale, da decifrare.
Infine non mi lascio sfuggire la distanza di questa inquadratura azimutale da quelle di Marina, ne sta agli antipodi addirittura, dato che la più usata da lei è quella dal basso, che a questo punto assume tutti i sensi di questa espressione, compresi quelli di dall’interno, aderente, partecipativa, sensoriale, umana, oltre che indagatrice, curiosa, aperta. Ottimo contrasto.

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