Quale è il ruolo della critica letteraria nell'epoca della crisi dei mediatori? / Per una critica della vita privata
Qual è il ruolo della critica letteraria nel secolo di Amazon? Ha ancora senso dare credito a una figura professionale come quella del recensore di libri, che sembra nata con la civiltà dei giornali a stampa e con questa sembra destinata a morire? Esiste davvero una differenza di valore tra il parere di un critico e quello di qualunque altro lettore? A volte ne dubitano persino coloro che questo mestiere tuttora lo esercitano e che, invece di rivendicare patenti di specialismo, assecondano l'indistinzione tra scritture private e scritture pubbliche cucendosi addosso l'immagine comoda (e falsa) del semplice "lettore che scrive": così si definì a suo tempo candidamente Giovanni Raboni, poeta e critico letterario di punta del Corriere della Sera, in una celebre comparsata televisiva del 1988...
Il calviniano invisibile
Fuori dalle roccaforti scolastiche l'opera di Calvino sta lentamente passando di moda. A testimoniarlo è, tra l'altro, un certo atteggiamento difensivo che in questa stessa rubrica si è espresso fin qui non di rado: una tendenza a giustificare teoricamente la sua grandezza, anziché impugnarla con euforia o anche solo vagliarla alla prova dell'esperienza vissuta (quella pubblica, s'intende; ché di quella privata poco importa). Di tutt'altro registro sono le celebrazioni sovente morbose che si tributano, in quest'anno di ironiche coincidenze astrali, a quel Pier Paolo Pasolini che per molti e da tanti anni rappresenta, per un fortunato ma non fausto malinteso, una vera e propria nemesi dello scrittore sanremese: si deve anzi correre a smantellarne il «mito», come faceva Siti già un decennio...