Speciale Jeff Wall | Mimica

30 Aprile 2013

La sospensione dei gesti invece che rivelare spontaneità, istantaneità, li dilata irrealisticamente e li carica di significato come accade solo nella finzione. Isolati, come ingranditi, diventano stranianti, un dettaglio incongruo che attira l’attenzione e su cui si concentra il senso dell’insieme. La fotografia non rappresenta la realtà, la “mima”.

 

Scrive Wall che “le piccole azioni contratte, i movimenti del corpo involontariamente espressivi, che si prestano così bene alla fotografia”, sono ciò che rimane di gesti antichi che oggi hanno smarrito il loro significato, ma la loro messa in evidenza forse può diventare rivelatore, “può sollevare un po’ il velo sulla oggettiva miseria della società e sulle catastrofiche conseguenze della sua legge del valore”.

 

Il gesto di Mimic, tutti i commentatori l’hanno sottolineato, ha un sapore razzista: gli occhi a mandorla non sono bene accetti qui. Ma al tempo stesso dice anche: fai attenzione, guarda e pensa, indica l’occhio a cui si rivolge Wall, “che si sforzi per – e desideri di – far esperienza della felicità, e conoscere la verità sulla società”.

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