Vincenzo Latronico. La cospirazione delle colombe

3 Agosto 2011

La narrativa italiana conosce un momento particolare. Sarà per via dell’aumento vertiginoso delle pubblicazioni – romanzi e racconti –, sarà forse per l’arrivo di una nuova generazione di scrittori, nata a metà degli anni Settanta, e anche dopo, ma non passa settimana che non escano libri nuovi, e anche interessanti. Non tutti ovviamente, anche perché l’attuale ritmo editoriale, imposto dalle leggi del marketing, sollecita anche gli scrittori già affermati – quelli della generazione degli anni Sessanta – a pubblicare un libro ogni anno, o quasi, non sempre con risultati soddisfacenti.

 

In questa massa di opere come orientarsi? Quali libri leggere? Quali no? Chi consiglia a chi? Tutti interrogativi cui vale la pena di rispondere. Come? Provando ad affidare il compito di leggere e recensire i libri ad una nuova generazioni di lettori, e soprattutto di lettrici – sono le donne a leggere più libri di narrativa, o più libri in generale, rispetto agli uomini. Ecco allora che inizia con questo primo articolo una “rubrica” di recensioni scritte da persone che debuttano in quest’attività portando con sé uno sguardo che non è quello dei critici di professione attivi su quotidiani, settimanali o riviste.

Pezzi non troppo lunghi, da leggere velocemente, ma sempre con una visione attenta e informata del libro che prendono in esame. Si chiama Italic, dal nome del carattere a stampa: un classico prodotto italiano.

 


 

La cospirazione delle colombe di Vincenzo Latronico (Bompiani, pp. 384, € 15) è un romanzo che viaggia alla velocità della luce. Ogni azione ha la sua reazione, la teoria dei giochi di John Nash ne è il motore. Il mondo, scrive Latronico, si divide in falchi e colombe: mentre i primi tendono a massimizzare il proprio profitto a scapito dell’altro, le colombe preferiscono cooperare anche a costo di rimetterci qualcosa.

Tutte le vicende narrate ruotano intorno alle “magnifiche sorti” di due giovani neolaureati bocconiani: Alfredo Cannella, figlio di un immobiliarista veneziano che vive cercando di eguagliare l’astuzia del padre e Donka Berati, brillante studente albanese cacciato da Harvard, le cui azioni sono mosse da un ardente desiderio di riscatto. Drina Držić è la donna evanescente di cui entrambi sono innamorati.

La scrittura corre rapida e precisa sino alla fine del libro. Il tono uniforme e sicuro allontana la tensione e avvolge tutto in un’apparente calma piatta, sotto la cui superficie, si cela un abisso. Mai un volo o una discesa, uno scorcio imprevisto, quasi come il resoconto di un esperimento scientifico. E infatti di questo si tratta: un palcoscenico di dimensioni planetarie in cui il cinismo, il denaro e la brama di potere, vengono misurati da formule matematiche che sono l’orizzonte e lo spazio in cui i protagonisti si muovono come cavie da laboratorio.

Fra le righe di questo intreccio a orologeria, niente è lasciato al caso: ogni incontro tra i protagonisti è attentamente ponderato e messo in scena per dimostrare le regole di una teoria che sembra essere infallibile. Sino al gran botto finale, perché arriva il momento in cui l’ordigno esplode e tutto il sistema crolla. Esattamente come succede nella vita reale. Infatti questo libro riesce a scalfire la barriera invisibile che separa la realtà dalla finzione: la storia si spinge con disinvoltura fra colossali speculazioni finanziarie sino al 2015, senza suscitare alcuna perplessità nel lettore.

Nel romanzo sono incluse anche le istruzioni per l’uso: l’apparato teorico per comprendere le strategie dell’inganno e la filosofia del tradimento. La lezione insegna che non esiste alcun autentico rapporto umano. Tutto precipita nel vortice di un gioco senza regole che in palio offre denaro e potere oltre ogni aspettativa, oppure il baratro.

Si salva solo il narratore, che coincide in parte anche con l’autore del romanzo: un giovane giornalista che riesce a smascherare l’intera truffa. Ma ogni volta si ripete lo stesso copione e il finale si conosce già a metà romanzo.
Al lettore rimane poco da fare. Se non è possibile sperare che questi personaggi cambino, resta solo da capire a quale gruppo si appartiene: falchi o colombe?


 

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