5 per mille

Trump e l'oscuro disegno

22 Luglio 2025

"Enigmas never aged. Have you noticed, yet?"
(Donald Trump, 2003; attribuito).

Altro che Picasso, Canaletto, Monet, Klimt, Magritte: sebbene siano tra gli artisti attualmente più quotati, almeno sinora nessun loro disegno ha mai potuto avvicinarsi al valore di dieci miliardi di dollari. Sembra che una simile quotazione possa invece competere a un'opera dell'età matura che Donald Trump ha donato più di vent'anni fa a un amico. A differenza che nelle normali transazioni di mercato, l'autore percepirà la somma se sarà dimostrato che tale opera non esiste.

A descrivere l'opera e a tracciarne la genesi è stato il Wall Street Journal. Come racconta un suo recente articolo, nel 2003 il finanziere Jeffrey Epstein compiva 50 anni e in quell'occasione anche Donald Trump gli indirizzò un biglietto di auguri. Lui e molti, molti altri amici di Epstein erano stati sollecitati a farlo da Ghislaine Maxwell, già compagna di Epstein e poi a lungo collaboratrice e anche complice nell'attività di adescamento di minori e traffico sessuale per cui lo stesso Epstein fu condannato (nel 2019 Epstein morì in carcere: suicida, secondo la versione ufficiale che però viene messa in dubbio).

Per come è descritto dal quotidiano il controverso biglietto di pugno trumpiano – per l'autore, un apocrifo – è opera verbovisiva. La parte verbale è composta da otto battute di dialogo fra "Donald" e "Jeffrey", dattiloscritte su un foglio che contiene anche lo schizzo di una donna nuda, eseguito con un tratto pesante di pennarello. Scrittura e disegno convergono sul pube della donna raffigurata, in cui la firma nervosa del futuro presidente Usa simula scuri peli pubici.

Una traduzione delle righe di dialogo:

Voce fuori campo: Nella vita dev’esserci qualcosa in più che avere tutto.

Donald: Sì, qualcosa in più c’è, ma non dico che cosa.
Jeffrey: Non lo dico nemmeno io, dato che so di cosa si tratta.
Donald: Abbiamo certe cose in comune, Jeffrey.
Jeffrey: Sì, è così, ora che ci penso.
Donald: Gli enigmi non invecchiano mai, l’hai notato?
Jeffrey: In effetti, mi è stato chiaro l’ultima volta che ti ho visto.
Donald: Un amico è una cosa meravigliosa. Felice compleanno – e possa ogni giorno essere un altro meraviglioso segreto.

Enigmi qui ce ne sono vecchi e nuovi, dentro e fuori dal testo.

Sono passati quasi trent'anni da quando Don DeLillo dedicò un gran romanzo, Underworld (1997), agli enigmi della storia americana e in un suo passaggio menzionò un caso lessicale italiano: "C'è una parola, in italiano: Dietrologia. È la scienza di ciò che sta dietro a qualcosa. Un fatto sospetto. La scienza di ciò che sta dietro a un fatto". Nel caso del biglietto di Trump il mistero riguarda già quel che sta davanti. Il fatto sussiste? Dal Wall Street Journal è stato descritto nella parte visiva e trascritto nella parte verbale ma non è stato riprodotto. Primo enigma: il biglietto è reale?

Secondo enigma: se esiste, Trump ne è l'autore? L'interessato ha minacciato causa con richiesta di risarcimento decamiliardario (in dollari). Ha negato la paternità se non l'esistenza stessa del biglietto, ha detto che quello non è il suo linguaggio, che lui non usa scrivere a macchina né disegnare. Il fact checking del giornalismo americano ha subito opposto prove del contrario, cioè altri e diversi disegnini, neanche brutti, di certa mano trumpiana (ci si immagina che se ne occuperà la prossima edizione novarese di Scarabocchi).

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Terzo enigma: di cosa stanno parlando, i due? Qual è il tipo di "wonderful secret" che Donald augura ogni giorno a Jeffrey? È a questo punto che l'enigma del testo penetra all'interno del testo, per le vie evidenti eppure insondabili dell'allusione.

Il presunto Donald scrive a Jeffrey ciò di cui ha immaginato di parlare con lui: l'enigma che non invecchia, le cose in comune, qualcosa in più dell'avere tutto nella vita... Sotto il testo gli offre intanto la rappresentazione stilizzata di un corpo di donna, quindi di ciò che si sospetta che nella realtà Jeffrey abbia più volte offerto a Donald, come a tutti gli altri amici maschi per cui comprovatamente organizzava voli charter a destinazione escort.

La firma che salda pittura e figura in una sorta di calligramme da Apollinaire pare suggellare un patto. Se ne parla per enigma, abbiamo cose in comune, tu sai quel che io so, ti regalo quello che mi regali e ci metto sopra la mia firma.

Tre appunti marginali, per finire.

Quando dalla sua scrivania nello Studio Ovale, come usa fare, esibirà ancora i portacarte con i nuovi decreti appena approvati e sottoscritti potremo ancora non pensare a cosa quel sussultorio tratto grafico, nelle intenzioni del firmatario stesso, ha rappresentato?

Alla reputazione di Trump non hanno mai nuociuto i diversi episodi in cui il suo machismo padronale e la sua considerazione predatoria del corpo femminile sono apparsi in tutta evidenza (si può anzi soltanto sperare che perlomeno non gli abbiamo giovato). Se ora è preoccupato è perché lui stesso aveva sobillato la parte più forsennatamente retrograda, sessuofobica e aguzzina del suo seguito contro comportamenti devianti, probabilmente immaginari, di avversari politici. La sua intimità con un organizzatore di festini tra maschi di potere e ragazze anche minorenni non è preoccupante per l'uso politico che ne possa fare l'opposizione democratica: ma per le conseguenze sulla stessa base elettorale di Trump. Ciò che ci dice qualcosa su come stia messo il mondo.

In quanto all'enigma e alla sua soluzione, la letteratura italiana del XIV secolo conosce una "Canzone dello Indovinello" in cui è raffigurato un prototipo umano dei nostri più recenti eroi

Senza brache le stava a rimpetto
e stava come in guisa di ribaldo;
...ne prese diletto...
stava saldo,
e tanto ch’ella disse: Ch’è quello?
Esso le disse: È un nostro indovinello.
Disse la donna: In che sa egli indovinare
che si dimostra così fiero e snello?

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