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Consigli agli insegnanti

11 Settembre 2012

Dieci consigli di un insegnante agli insegnanti che ricominciano:

 

1.     È una questione complicata, perché obiettivamente i primi momenti di lezione sono tutti da inventare. Ma ricordatevi di non snocciolare agli studenti, pochi secondi dopo aver fatto ingresso in classe, tutto il programma dell’anno, indicando pure la data delle verifiche scritte e ribadendo che le interrogazioni non saranno mai programmate e che, tempo ventiquattrore, saranno impegnati nel test d’ingresso. Siccome normalmente lo fanno dieci insegnanti di dieci discipline diverse lo studente si sente così in trappola da desiderare soltanto di fuggire. In fondo, è ancora estate.

 

2.     Se avete una quinta superiore mordetevi la lingua ogni volta che vi viene la tentazione di dire che quest’anno ci sarà la maturità ed è necessario lavorare con maggior serietà rispetto al passato (tra l’altro implicita e spesso ingiustificata ammissione di presunte passate deficienze).

 

3.     Corollario di quanto sopra. Non ripetete che è necessario impegnarsi. Chi non lo sa? E chi si aspetta di sentirsi dire che quest’anno non serve impegnarsi? Ma insistere sul concetto è pleonastico sadismo.

 

4.     Altro corollario. Avrete modo di ricordarlo col tempo. Per cui non fate immediatamente l’elenco dei divieti (fumare, andare in bagno, sostare nei corridoi, sfruttare la scala antincendio per fare prima all’uscita). Sa così tanto di ingresso in una colonia penale.

 

5.     Cercate di memorizzare al più presto i nomi degli studenti e sorridetegli almeno un paio di volte. Non confermateli nell’opinione che la categoria sia composta di marziani tangenziali alla vita, che odiano la gioventù e il rumore e il disordine. Soprattutto è bene ricordarsi che anche i più incredibili tra i soggetti che stanno tra i banchi hanno, seppur confusamente, elaborato un mezzo progetto che li ha portati a stare lì.

 

6.     Anche se avete già trascorso decine di ore impegnati in attività collegiali perlopiù irrilevanti state attenti a non dire mai – assolutamente mai – una delle seguenti parole: competenze, abilità, obiettivi (peggio ancora se trasversali), verifica sommativa e formativa, assolvimento debito formativo, didattica, gruppi di livello. È uno sfoggio vacuo che crea noia stizzita e abitua alla disattenzione.

 

7.     Non so se si può. Ma il primo giorno eviterei di entrare in classe col registro personale sotto braccio. Quell’oggetto è portato con sé come un’arma. Ci girate tutto l’anno nei corridoi, almeno per una volta lasciatelo giacere nel cassetto.

 

8.     D’accordo che non lavorate in galera, ma nemmeno fate i piacioni a tutti i costi. Nemmeno motteggiate gli studenti con nomignoli. Nemmeno usate il loro gergo. Cercare di imitarli è quanto di più imbarazzante ci sia ai loro occhi.

 

9.     L’abito. Che sofferenza! Quante accuse di essere malvestiti! Unico aspetto che mi permetto di rilevare: i signori uomini che indossano la polo d’ordinanza non se la infilino nei pantaloni attillandosela troppo sulla pancia.

 

10.  È il caso di dirlo? Cercate di dare agli studenti l’impressione che vi piaccia la materia che insegnate. Non è così irrilevante.

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