La biblioteca di Atlantide / Paul Roazen, Fratello animale

28 Luglio 2019

C’è un intero continente di saggi scomparsi che gli editori italiani non ristampano più. Eppure in mezzo a loro ci sono delle vere perle, libri che possono aiutarci a capire il mondo intorno a noi, anche se sono stati pubblicati quaranta o cinquanta anni fa; con questa serie di articoli proviamo a rileggere questi libri, a raccontarli e indicare l’aspetto paradigmatico che contengono per il nostro presente.

 

Fondando la psicoanalisi all’inizio del XX secolo, Sigmund Freud aveva proposto il mito di Edipo, l’uccisione del Padre, come uno dei complessi fondamentali della cultura occidentale. Nella sua biografia c’è un episodio che sembra smentire quel mito e anche rovesciarlo: il Padre uccide il Figlio. Una storia semisconosciuta che riguarda un suo allievo, forse il migliore: Viktor Tausk. Tausk si suicidò a 50 anni nel 1919, e di lui non resta quasi traccia nelle biografie di Freud. Il suo maestro l’ha cancellato nonostante l’avesse apprezzato e sostenuto per dieci anni sino a pagargli gli studi in medicina e farne uno dei membri di rilievo della sua Società di psicoanalisi di Vienna. Tausk, dal canto suo, l’aveva ricompensato divenendo il suo paladino nella contesa con Adler e Jung, i primi scissionisti del movimento psicanalitico. Nei cinquantaquattro anni seguiti alla sua morte Tausk è stato un fantasma nella storia della nuova scienza dell’anima, fino a che uno studioso di scienze politiche, docente a Harvard, Paul Roazen, in un libro scomparso, Fratello animale (tr. it. di M. Manzari, Rizzoli 1973), l’ha tratto dall’oblio raccontandone la storia che s’intreccia con quella di Lou Andreas-Salomé, una delle donne fatali tra il XIX e il XX secolo. Di Lou Viktor Tausk fu amante, mentre Freud interlocutore privilegiato. Ma andiamo con ordine. Tausk nasce nel 1879 a Zsilina in Slovacchia. È un suddito dell’Impero Austroungarico. Si sposa giovane, studia giurisprudenza e ha due figli. Inizia come scrittore, commediografo e giornalista a Berlino, dopo la separazione dalla moglie. Ha una depressione ed è ricoverato. Scopre i testi di Freud e gli scrive.

 

Questi, credendolo un medico, lo invita a recarsi da lui a Vienna. Si iscrive alla facoltà di medicina della città e diventa psichiatra. Comincia a frequentare le riunioni della Società di psicoanalisi. Lo stesso anno, il 1909, vi presenta la sua prima relazione: “Teoria della conoscenza e psicoanalisi”. Roazen racconta la vita di Tausk in modo dettagliato, ma anche rapido, mettendo a fuoco il rapporto tra questo brillantissimo e talentuoso personaggio e Freud. Attinge da un libro, il diario di Lou Andreas-Salomé, intitolato I miei anni con Freud. Dalla stima e ammirazione verso Tausk – uomo alto, bello, affascinante – Freud passa presto all’insofferenza. Che cosa non gli va del medico e psichiatra Viktor Tausk? Roazen spiega che mentre per Freud la funzione creativa è un processo digestivo, lento e pieno di ripensamenti, in Tausk è invece esplosivo. Il capo degli psicoanalisti s’è accorto che nel momento in cui formula un’idea, Tausk è già arrivato alle conseguenze. Dotato di una grande intuizione sembra precederlo in molti passaggi. Freud è molto possessivo nei confronti delle proprie idee, pur avendo detto una volta che le idee non si possono brevettare. Inoltre il bel Viktor ha intessuto una relazione con Lou, più vecchia di lui, arrivata a Vienna dopo essere stata chiesta in sposa da Nietzsche, e dopo una relazione con Rilke, di cui è stata la musa. A Freud Lou piace, la stima, come si capisce dall’epistolario che si scambiano. La relazione tra lei e Viktor dura dal 1912 e al 1913. Poi Tausk viene chiamato sotto le armi come tenente medico: è scoppiata la Prima guerra mondiale. In quel periodo l’allievo di Freud scrive molti saggi, di cui esiste un’edizione italiana (Scritti psicoanalitici, tr. it. di L. Agresti, Astrolabio). A conflitto terminato Tausk si trova in grande difficoltà: non ha pazienti nella Vienna sconquassata dalla crisi economica; ha cambiato tre volte mestiere ma versa ancora in condizioni indigenti. Va da Freud e gli chiede di essere preso in analisi da lui: sei sedute la settimana a quei tempi. Freud rifiuta, e lo manda da una sua allieva, Helene Deutsch, più giovane e inesperta di Tausk, in analisi da Freud. Si tratta del secondo triangolo in cui lo psicoanalista si trova invischiato dopo Lou. Nelle sedute con la Deutsch, Tausk gli parla di Freud, mentre lei parla di Tausk nelle sedute con Freud. Il Signor Sa-tutto, come appare a Freud, si trova al centro di un doppio scambio. Anche la situazione sentimentale di Tusk non è molto stabile.

 

 

Ha lasciato a Belgrado durante la guerra una bella e affettuosa vedova, Kosa Lazarevic, con cui ha convissuto. Nella primavera del 1919 si fidanza con una sua paziente Hilde Loewi, che pensa di sposare; all’epoca la relazione tra psicoanalista e paziente è uno scandalo. Secondo Roazen, Freud e Tausk si muovono l’un l’altro il medesimo rimprovero: ciascuno ritiene che l’altro non gli tributi il giusto riconoscimento alle proprie idee. Freud è anche convinto che le idee di Tausk appartengano di diritto a lui. Entrambi temono di essere distrutti dall’altro. Per il medico accentare l’analisi con un’allieva più inesperta di lui è senza dubbio un’umiliazione. Verso la fine di marzo del 1919 Freud mette fine a questa relazione incestuosa. Impone alla Deutsch d’interrompere l’analisi con il suo allievo, perché costituisce un ostacolo all’analisi con il maestro. Tutto precipita di colpo. Tausk si rende conto che il matrimonio non risolve i suoi problemi con le donne; le annose questioni economiche non sono superate e Freud l’ha davvero abbandonato. Il 3 luglio si annoda un cordone della tenda e usando la pistola di ordinanza alla tempia preme il grilletto. Si spara in testa e nel cadere rimane strangolato. Freud scrive il discorso funebre e lo loda, tuttavia in una lettera a Lou confessa subito dopo di non rimpiangerne la morte. Lou, a sua volta, nel suo diario scrive di ammirare nel suo ex amante la lotta straziante per servirsi dell’intelletto allo scopo di dominare le passioni: “fin dal primo momento ho capito che era proprio questa lotta di Tausk a suscitare in me la commozione più profonda… la lotta della creatura umana. Fratello Animale, tu”.

 

Si può considerare questa vicenda tra Freud e Tausk emblematica del rapporto tra maestro e allievo? In una certa misura sì. Quando l’allievo è dello stesso livello del maestro – non inferiore, non superiore, bensì pari – si apre un conflitto che nel caso del medico psichiatra diventa fatale. Tausk è stato il primo psicoanalista a misurarsi con la paranoia e con la schizofrenia, quando Freud scandagliava ancora il continente della nevrosi. Se trovate in una biblioteca o su una bancarella il libro di Tausk, leggete “Sulla genesi della ‘macchina influenzante’ nella schizofrenia”. C’è in nuce Deleuze e Guattari e il loro “anti-Edipo”, cinquant’anni prima. 

 

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Questo articolo è apparso sul quotidiano "La Repubblica" che ringraziamo.

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