Francesca Melandri. Più alto del mare

17 Aprile 2012

Più alto del mare di Francesca Melandri (Rizzoli, pp. 238, euro 17) è un libro che richiede tempo per riflettere. Le sue parole sono tanti piccoli spazi che inghiottono i pensieri e lasciano il lettore sospeso tra le storie dei protagonisti e le vicende degli anni Settanta.

 

I due personaggi principali sono Paolo e Luisa, lui professore di filosofia con un figlio brigatista pluriomicida e lei contadina, con un marito assassino e cinque figli da sfamare. La storia del loro breve incontro inizia a bordo di un traghetto che li conduce sull’isola dove si trova il carcere di massima sicurezza in cui i familiari scontano la pena.

A confronto ci sono la sfera pubblica, le vicende del terrorismo viste dallo sguardo obliquo e insolito di un padre che si addossa le colpe del figlio e la tragedia di una donna, vittima innocente di una violenza tutta privata. Il caos di una tempesta che impedisce di raggiungere la terraferma sarà l’occasione per mettere ordine nel caos del loro dolore.

 

Un dolore onnipresente che pretende una redenzione impossibile. Forse è per questo che la legge dantesca del contrappasso domina ogni elemento: il mare che separa l’isola dalla terraferma non è sinonimo di libertà ma diventa un’insormontabile barriera, la natura rigogliosa intorno al carcere è una beffa crudele, la rivoluzione non conduce al cambiamento ma solo a un terribile autoinganno.

 

Tuttavia, il vero pregio di questo romanzo, come direbbe Calvino, sta nella leggerezza, nel suo ondeggiare come una bolla di sapone fra passato e presente, una fluttuante sospensione tra ricordi e rimorsi, sensi di colpa e coraggiosa accettazione del proprio destino.

La scrittura di Francesca Melandri ne è una potente alleata. Lo stile piano, fluente, e una tendenza alla descrizione che spesso sfiora il lirismo, attenuano e rendono più tollerabili le tensioni sepolte tra le righe.

 

Più alto del mare è il cielo, quello della celebre frase di Kant ripetuta da Paolo ai suoi studenti: “due cose riempiono l’animo di meraviglia e venerazione: il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me”, meta e approdo per padre e figlio.

Più alto del mare è anche l’amore che riesce a trasformare la tragica odissea di un uomo e una donna, vittime senza colpe, in un ritorno alla vita, insieme al desiderio di far pace con un passato di violenza e morte.

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