2011. Siracusa ultima frontiera. Destinazione Mordor

Da un discorso di Anacleto Mitraglia, conestabile di Siracusa, al Gran Congresso Annuale delle Sorti Umane e delle Ruspe Progressive, cagionato dallo sfortunato ingerimento di otto vongole  comuniste.

“C’era una volta una landa desolata dove nessun hobbit avrebbe mai sognato di prendere la tintarella, fumare una cicca e buttarla sugli scogli. Erano anfratti misteriosi, grotte oscure, popolata da orde di zanzare e scogliere viscide il cui respiro, la notte, faceva ammalare la Luna. Eppure, i laboriosi hobbit siracusani non si sono mai dati per vinti. Era l’età dell’oro, a cui guardiamo con nostalgia, in cui il cemento colava sulle rocche a est di Miloccador e lungo i declivi del Plemmiriohan, senza che nessun orchetto ambientalista osasse confondere la vostra mente con le sue raffinate menzogne.
Per anni e anni i tenaci hobbit di Siracusa hanno prosperato sulle coste; e le loro abitazioni dotate di comode discese a mare e severe cancellate sulla scogliera a due passi dal mare raddrizzavano il caos polimorfo della natura matrigna con il loro rigore geometrico. L’allegra contrada che si estende da Miloccador per le terre di Plemmiriohan, capo Murro di Gondor e Punta del Gigante, vede oggi le ville degli hobbit siracusani stagliarsi orgogliose. Il sigillo protettivo della Sacra Area Marina ha ridotto al silenzio gli eco-orchi, e lasciato  a noi hobbit la gloria dei premi e delle onorificenze che la grande Unesco ci ha voluto concedere. Ma, onorevoli colleghi, tra le rocche di Punta Tavola e i valichi di Mola, attraverso le antiche vie silvane mai battute dal piede di un hobbit, il Signore Oscuro ha trovato rifugio nella spiaggia della Pillirina, a Mordor, e lì prospera. Circondato dalla natura più selvaggia, rintanato al centro di una sconfinata distesa ove nemmeno una villetta osa opporsi al suo mortifero respiro, esso rappresenta la sconfitta della nostra illuminata amministrazione. È giunta l’ora di dire basta! Non sopporteremo un giorno di più la presenza di quell’unico ripugnante proliferante neo del tutto privo di servizi igienici, lounge bar, club privè e discese a mare.
Lo so, lo so, quanto la cosa vi disgusti, amici miei, sono sentimenti condivisi, e pertanto abbiamo deciso di agire. Perché il tempo stringe e la terribile natura si espande, si ramifica, richiama insetti e rettili e anellidi sopra e sotto le terre ed è per questo che accanto a ognuno di voi abbiamo piazzato un sacco. Si tratta di cemento, ragazzi, proprio così. Ma non è più tempo di star lì a contemplarlo, a godere del suo profumo leggero e delicato, dobbiamo caricarlo nei suv e partire. E quando il sole sfiorerà le lamiere del sacro rombante serpentone luccicando di gioia, quando avremo occupato la strada fino alle terre invase dal nemico, quando, lasciati i motori accesi, lo troveremo stordito, sarà quello il momento in cui, tutti insieme come non mai, al grido trisillabo di “ce-men-to!” riverseremo il profumato contenuto dei nostri sacchi sull’immonda creatura. Invitate amici e parenti a godersi la scena, un anonimo benefattore ha messo a disposizione un camion di tovaglie da picnic e ceste di sushi per chi vorrà collaudare le fondamenta della nostra nuova creatura. Perché il nostro cemento, signori, fa presa in tre minuti!”

Nota degli autori:
È notizia di quest’estate che la Pillirina è salva, che non si costruirà lì dove la natura è rimasta fortunosamente incontaminata e che sarà istituita una riserva. La voce trasversale della protesta è stata accolta, e, così pare, per una volta la ragionevolezza sembra aver avuto la meglio contro il principio di autorità mascherato con la retorica delle umane sorti e progressive.

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