Giorno 29 / Bosco

29 Dicembre 2019

Ho fotografato, da lontano, un bosco all’ora del tramonto. Rapita al rosa intenso sopra le cime degli abeti, non mi ero accorta della macchia di luce  color fuoco che filtrava tra il folto degli alberi. Aveva la forma di un cuore. Meraviglia e paura, terrore e incantamento, così batteva quel cuore dentro il cuore del cuore del bosco. Predatori e predati, carnefici e vittime, streghe e giganti, lupi, civette, piccoli aiutanti magici, tronchi cavi e casette segrete. Orrore o riparo? Di ognuno, e di ogni cosa, un cuore batteva.

 

Ma più forte di tutti, il nostro batteva. Avventurosi e impauriti fermi sul limitare, sulla soglia, spaccati: inseguire la luce o consegnarci all’ombra? impauriti e avventurosi, il respiro trattenuto, nel doppio movimento, e ammonimento: “Entra! Non te ne pentirai!” “Scappa! O te ne pentirai!” Me lo chiese di colpo il bambino, cosa volesse dire quella parola: Bosco, e dovetti riflettere un istante, perché la consuetudine mi avrebbe fatto rispondere “deriva dal latino, oppure dal greco” e invece no, l’italiano ha selve, e foreste, e il boscus certo, dal latino medievale ci è passato, bos come di legno, ma la parola veniva di là, dalle nordiche regioni del buio, dal busk, e non poteva essere altrimenti.

 

Se pensi bosco, pensi alle favole dei fratelli Grimm, se pensi bosco, vedi la bambina con il cappuccetto rosso e il cestino appeso al braccio, la vedi di spalle e il bosco è davanti. Vedi la giovane Biancaneve che vuole salva la vita e per salvarla, la vita, la devi rischiare. Locus amoenus o locus horridus? Chiaroscuro di luce e ombre, davanti alla bambina, e alla ragazza, e come batte il loro cuore! Così come batteva il nostro: meraviglia e paura, terrore e incantamento. Dammi la mano! Scappiamo! No, entriamo! Saremo per sempre, di nuovo, ogni giorno, ogni sera e ancora, e ancora, davanti al nero del bosco e al rosso acceso laggiù, nel suo cuore segreto, per sempre divisi tra curiosità e timore, tra due strade da prendere, due scelte da fare. Di chi avremo più paura: del mistero fuori da noi o di quello dentro di noi? E non sarà forse, nel folto del bosco, quel mistero, lo stesso? Dammi la mano, andiamo.  

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