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Soundwalking

23 Agosto 2011

We hear the sound of wood-chopping at the farmers' doors, far over the frozen earth, the baying of the house-dog, and the distant clarion of the cock,—though the thin and frosty air conveys only the finer particles of sound to our ears, with short and sweet vibrations, as the waves subside soonest on the purest and lightest liquids, in which gross substances sink to the bottom. They come clear and bell-like, and from a greater distance in the horizon, as if there were fewer impediments than in summer to make them faint and ragged. The ground is sonorous, like seasoned wood, and even the ordinary rural sounds are melodious, and the jingling of the ice on the trees is sweet and liquid

 

(Henry David Thoreau, «A winter tale», in Excursions (1863), Princeton University Press, 2007)

 

 

 

 

 

Le considerazione di R. Murray Schafer sulle passeggiate sonore si inscrivono nella sua teoria del soundscape, equivalente sonoro del landscape. L’idea delle passeggiate sonore è insieme pedagogica e teorica: è l’occasione per imparare a sentire i dettagli del paesaggio sonoro nel quale ci muoviamo e, insieme, permette di fornirne una rappresentazione geografico-ecografica.

 

Riassunto nell’opera più conosciuta dell’artista canadese, The Soundscape, our sonic Environnement or the Tuning of the world (New York, Knopf, 1977, Nuova edizione: Destiny Books, 1994) il principio delle marce sonore è inseparabile dalle affermazioni dell’autore sul design sonoro come riarmonizzazione di un paesaggio sonoro dissonante. Poiché, scrive Schafer nell’introdurre un intervento sul paesaggio sonoro attuale, «il primo compito di un designer acustico è imparare ad ascoltare».

 

Prima di proporre l’idea delle passeggiate sonore, Schafer insiste sulla necessità di farsi viaggiatore, o addirittura turista, prendendo nota dei dettagli del paesaggio nel quale si muove: «un turista di un paesaggio sonoro non dovrebbe richiedere Sehenswürdigkeiten, ma Hörenswürdigkeiten

 

Tuttavia, nel rapporto con paesaggio sonoro, l’atteggiamento del turista deve via via lasciare il passo ad un atteggiamento più rigoroso: tenere un diario dei suoni che si incontrano durante il nostro viaggio non basta. Bisogna essere in grado di sentirli e qualificarli.  L’ascoltatore deve divenire esploratore di territori ancora sconosciuti e dovrà sforzarsi, nel corso delle sue passeggiate, di fornire una notazione precisa dei paesaggi sonori che attraversa.

 

Si tratta  di un compito particolarmente difficile, per via della natura doppiamente mutevole ed effimera di quanto bisogna qualificare: il suono, essenzialmente temporale e variabile, è qui udito da un punto di vista in continuo movimento, da un soggetto che, col proprio respiro e i propri passi, modifica e struttura questo stesso paesaggio sonoro. Queste passeggiate sonore sono state spesso registrate, per permettere al camminatore, ma anche ad un ascoltatore esterno, di tornare su queste esperienze per meglio descriverle.

 

Ascolta Queen Elizabeth Park, Hildegard Westerkamp, Andrea McCartney

Ascolta Luc Ferrari, Presque rien n°2, « ainsi continue la nuit dans ma tête multiple. »

 

Per approfondire qui il pdf del saggio completo

 

(Traduzione di Roberta Locatelli)

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