Dispacci #4. Prepararsi al dopo

26 Luglio 2022

Istituto per il Futuro di Palo Alto, California. Nasce Superstruct, una simulazione di sei settimane per mappare le conseguenze politiche, sociali, economiche ed emotive di una minaccia globale, ad esempio una pandemia. È il 2008. A inizio 2020, Jane McGonigal, lead designer del progetto, fa un webinar dove illustra per filo e per segno ciò che di lì a poco sarebbe accaduto a livello globale, dai focolai di superdiffusione al trauma psicologico del lockdown. L’incontro era organizzato come una lista di consigli concreti per affrontare l’emergenza, ma il suo contributo, nonostante l’accuratezza delle previsioni, è stato ignorato nella gestione politica e psicologica dell’emergenza.

Chi invece aveva partecipato alla simulazione del 2008 è stato in grado affrontare gli eventi con più sicurezza e con una dose molto più bassa di stress. McGonigal osserva: “credo che il ruolo di una simulazione sia preparare le nostre menti e migliorare la nostra immaginazione collettiva, in modo da essere più flessibili, adattabili, agili e resistenti quando ci troveremo ad affrontare l’incredibile”. Da qui nasce il libro Immagina. Giochi, scenari e simulazioni per prepararsi al futuro e coltivare l’ottimismo urgente (ROI Edizioni 2022), un manuale di allenamento dell’immaginario che, con consigli, esercizi e input motivazionali, si propone di insegnare al lettore a compiere viaggi virtuali avanti nel tempo. In un paese come l’Italia, dove se tutti giocassero a scacchi saremmo gli ultimi del torneo perché affronteremmo la partita una mossa alla volta, in un clima di atavica e orgogliosa avversione agli scenari di previsione, il libro di McGonigal arriva come un manufatto extraterrestre.

Diciamo che per ora può interessare solo alcune sottoculture locali: gli scrittori di anticipazione in cerca di idee, i prepper cognitivi che pensano di vivere in un’epoca di collasso, i semiologi che si occupano di narratologia del contemporaneo, i professionisti del coaching e dello storytelling applicato, gli educatori che pensano che parlare di Antropocene a scuola sia necessario e urgente. Per tutti gli altri è sufficiente il pensiero che la pandemia sia finita e la guerra lontana: una mossa alla volta, senza immaginazione, verso lo scacco matto.

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