Gaza: dialogo tra un incredulo e un sordo
Incredulo: A Ovest niente di nuovo, business as usual.
Sordo: Come?
Incredulo: Trasformeremo il deserto in giardino, convertiremo le macerie in resort.
Sordo: Cosa? Dessert in budino? Macinato in risotto?
Incredulo: Era la primavera del 2023 e la chiamavamo ancora “la più grande prigione a cielo aperto”. Poi hanno cominciato a svuotarla e sbancarla neanche dovessero gettare le fondamenta di una nuova Palm Jumeirah, la cattedrale di Dubai.
Sordo: Guai? Quali guai?
Incredulo: Beh, di guai – se vogliamo chiamarli così – ce ne sono stati parecchi: popolazione sterminata, città distrutte, bestiame decimato, campi devastati. Un genocidio. Un repulisti.
Sordo: Insisti, insisti, a forza di insistere andrà a finire che non ti ascolterà più nessuno.
Incredulo: È che tu, caro mio, sei sordo come una campana. Oppure fai finta di non sentire? Ma come te lo devo dire che non c’è tempo da perdere, che sta andando tutto in malora? La polis si è trasformata in mall e la politica in macelleria.
Sordo: Eeehhh, che confusione! Cosa c’entrano i polli con la politica?
Incredulo: C’entrano, c’entrano, soprattutto quelli d’allevamento, cresciuti a fake new, social e talk show televisivi, tutti indignazione e passioni tristi, poi quando si tratta di agire via di corsa al mare, in montagna, a Bali e alle Maldive, magari anche una settimanina di turismo militante in Palestina e dintorni che quando si torna fa gran chic poter dire io ci sono stato.
Sordo: Stato? Uno, due? Francia e Regno Unito stanno cercando il modo appropriato per riconoscere lo Stato di Palestina senza che il governo di Netanyahu si arrabbi e agisca per vendetta contro due paesi che sono forti alleati di Israele. È giunto il momento che la Francia, il Regno Unito e tutti gli altri stati membri delle Nazioni Unite che non hanno ancora riconosciuto lo Stato di Palestina lo facciano, soprattutto se parlano della soluzione dei due stati. Come puoi parlare di due stati ma riconoscerne solo uno? Se i paesi sostengono la soluzione dei due stati, devono riconoscerli entrambi e subito.
Incredulo: Beh, devo ammettere che la sordità non ti ha impedito di fare due più due. Un paio di anni fa, un pezzo da novanta europeo mi ha detto: "Va bene, potremmo riconoscere la Palestina, ma dimmi quali sono i suoi confini". La mia reazione è stata: "Visto che riconosci Israele, dimmi quali sono i suoi confini. Quando saprai quali sono i confini di Israele, saprai anche quali sono i confini della Palestina. I confini di Israele non sono ancora definiti, ma questo non ti ha mai impedito di riconoscerlo. Quindi riconosci la Palestina ora oppure smettila di parlare della soluzione dei due stati". Ma, fammi capire, com’è che d’un tratto ci senti bene?
Sordo: Quando mi arrabbio, la sordità scompare.
Incredulo: Lo sospettavo: i veri sordi sono quelli che non si arrabbiano mai, che preferiscono fare gli gnorri.
Sordo: Esattamente. Si tratta di un caso particolare di sordità, tipo occhio non vede cuore non duole. Se non la senti, la cosa non esiste.
Incredulo: Un po’ pericoloso, no, visto che la cosa comunque esiste e la bomba potrebbe scoppiarti proprio sotto il naso. Ma torniamo ai confini, che sono la cosa più mobile che ci sia. Una frontiera può essere spostata nel giro di una notte e un muro tracciato con la biacca in un pugno di secondi. Basta piantarsi nel posto giusto con gli strumenti adeguati e non farsi troppi scrupoli. E naturalmente bisogna avere amici potenti che ti coprano le spalle. Volevo dire ‘che ti parino il culo’, ma mi sono trattenuto, per timore di risvegliare la tua sordità.
Sordo: Sordo sì, ma non stolido. Se il non sentire consente di vivere in discreta serenità, c’è un punto di rottura oltre il quale diventa pericoloso. Meglio stare all’erta. La testa nella sabbia lasciamola mettere agli struzzi. Lo ha detto anche il nostro sommo poeta: “Fatti non foste a viver come bruti”.
Incredulo: Questa tua improvvisa resipiscenza mi commuove e mi turba. Sei dunque in partenza per il deserto del Sinai per portare aiuto agli assediati di Gaza?
Sordo: La letteralità uccide, caro mio. C’è modo e modo di intervenire in tempo reale sulle ingiustizie palesi. C’è chi piange, prega, accende una candela, spenge la luce, si disconnette dai notiziari, digiuna, scende in piazza, diffonde le parole e le opere dei palestinesi, chi li raggiunge nel loro inferno e chi sceglie di immolarsi come Jan Palach o il monaco buddhista Thích Quảng Ðức. Nella contabilità della Storia questi sentimenti e le azioni che ne conseguono hanno lo stesso valore e lo stesso peso specifico.
Incredulo: In tempo reale, però, il fine politico è pesare sulle decisioni dei potenti, ne converrai.
Sordo: Ummmm, direi che innanzitutto si tratta di spostare il più in fretta possibile l’asticciola dell’opinione pubblica. Come sai, i potenti postmoderni adorano il consenso e ci tengono parecchio alla benedizione delle masse.

Incredulo: E che dio ce li conservi, questi imbonitori ‘imbonibili’: l’alternativa sono i dittatorelli che si guardano bene dall’ascoltare le suddette masse.
Sordo: D’accordo, ma può un sordo guidare un altro sordo? Ti invito a indagare sul tema della sordità: che cosa la provoca? come la si cura? come trattare i casi di ‘falsa sordità’ come il mio? La mia sordità è come la corrente alternata, ha un andamento sinusoidale, cambia di continuo direzione.
Incredulo: Questa sì che è un’indicazione preziosa. Tu suggerisci di inserirsi in quelle intermittenze, di procedere in modo imprevedibile, discontinuo, ‘incoerente’. Loro ti aspettano qui, e tu ti fai trovare lì. Che so, smetti di usare le solite parole, di ripetere i medesimi concetti, oppure te ne servi al contrario, against the grain.
Sordo: Sì, proprio così. Un tempo i falegnami intagliavano il legno seguendo le venature per comodità ed efficienza. Intagliare contropelo era più difficile e richiedeva più impegno, ma produceva motivi e disegni unici. Suggerisco di provare a farlo anche noi. Ci vogliono coraggio, immaginazione e un certo sprezzo dei riconoscimenti immediati, però non ci si annoia e qualche piccolo spostamento dell’asticciola di cui sopra lo si produce.
Incredulo: Direi che l’applicatore sommo della tua strategia discorsiva è il presidente del mondo: grazie a lui la visione mediatica del Crematorio di Gaza si è appannata e, d’un tratto, si è disegnato all’orizzonte lo skyline della Riviera di Gaza. Perché no? In fondo, nella sempre più europea città di Milano, il cosiddetto Monte Stella o Montagnetta di San Siro altro non è che una ridente collinetta artificiale edificata sulle macerie belliche. Gratta gratta e sotto ci trovi tonnellate di detriti risalenti alla Seconda guerra mondiale, quando a essere bombardati eravamo noi e i bombardanti erano le forze angloamericane.
Sordo: Ricapitoliamo. Una volta che, in mezzo agli orrori dell’assedio e della carneficina in corso a Gaza, è apparso il rendering mediatico di Gaza Beach, il presidente del mondo – seguito dal solito codazzo di paesi ‘democratici’ e di qualche paese arabo – si deve essere chiesto come passare alla realizzazione del progetto. Non certo per via militare, si deve essere detto, e neppure negoziando con Israele. Perciò, dopo avere sparato le consuete, turgide invettive contro chi intralciava i suoi piani ‘economici e immobiliari’, ha fatto quello che fanno i buoni affaristi, i commercianti dotati di acume, l’homo oeconomicus insomma: ha cambiato interlocutore. Non alleato, o perlomeno non ancora, ma cliente o partner d’impresa sì. De negotiīs non est disputandum.
Incredulo: E così, bypassando Netanyahu e smettendo di abbaiare alla luna, si è rivolto direttamente ai governi di tre paesi arabi, l’Arabia Saudita, il Qatar e l’Egitto, mettendo in campo il proprio e il loro potere d’acquisto come arma di soluzione di alcuni conflitti di minor scala. Mediante loro, alla vigilia del suo viaggio nel Vicino Oriente in cui stavolta non era incluso Israele, è persino riuscito a negoziare con Hamas la restituzione a costo (apparentemente) zero del soldato Edan Alexander.
Sordo: Terre rare in Ucraina, terre al mare a Gaza. Il lutto si addice al mercato. I morituri non hanno mai ragione e la ‘giovialità sanguinaria’, come la chiamava Karl Kraus, paga. Olé.
