Osimo / Paesi e città

26 Ottobre 2011

Osimo. C’è tutto su Wikipedia. Abitanti (più di 33.000), territorio, clima, storia, cattedrale, mura romaniche, grotte, personaggi illustri. Per risolvere un giorno di pioggia, i turisti marini della Riviera Adriatica spesso decidono di visitare la città dove sono nato. È abbastanza frequente trovarli a Piazzanuova, lungo la passeggiata a fianco dei giardini pubblici, ad ammirare mari, monti e cittadine dirimpettaie fra cui Recanati e Loreto. Visione di tipico paesaggio marchigiano secondo viaggiatori illustri. “Distillato” delle bellezze naturali d’Italia (Piovene), con evidenti rimandi al disincanto leopardiano e alla devozione mariana. Sintesi anche del carattere marchigiano o almeno del marchigiano di collina?

 

Gli altri turisti arrivano soprattutto per visitare le spoglie del patrono, San Giuseppe da Copertino, protettore degli studenti, e santo dei voli, come illustra un tabellone all’ingresso principale della città, dove è raffigurato il frate di profilo, sospeso in levitazione a lato del “sommario” delle qualità civiche: Storia Cultura Spiritualità.

Antichi e nobili palazzi e molte chiese. Non più tutte in attività, almeno due destinate a mostre e in genere ad attività culturali. Già, la cultura. Qui, negli anni Sessanta, quando la provincia cominciò a perdere molte delle sue caratteristiche di isolamento e arretratezza, dietro le iniziative più vivaci c’era sempre un sacerdote. Lo era il moderato direttore del periodico cittadino “L’Antenna” che regolarmente, come nella predica del film di Germi invitava a votare liberamente, ma per un partito democratico e cristiano. Era un sacerdote il più “liberale” professore di lettere che fondò il Circolo del Cinema e una compagnia di teatro. Fu il direttore del periodico a organizzare la stagione dei balletti in piazza Duomo e sarà un frate, più tardi, a inventarsi un’Accademia d’arte lirica, riempiendo i vicoli del centro di garruli solfeggi di soprano coreane...

 

 

La città della mia infanzia era percorsa da fruscii di tonache, sostituite dal clergyman e infine da abbigliamenti quasi comuni, ma le tonache smesse si percepivano ancora.

Il più evidente segnale che il mondo stava cambiando fu la soppressione della messa di mezzogiorno. Motorizzazione, weekend, disaffezione? Finì un grande classico locale. Si saliva al duomo alle undici e tre quarti, tra voli di piccioni puntuali (soppressi anche quelli per ragioni igieniche), dame impellicciate, gentiluomini in cappotti scuri e ragazzini vestiti come gli adulti, più qualche goffo basco blu in testa indossato dai figli meno ribelli delle mamme più apprensive.

Dopo quella prima perdita sono seguite altre sparizioni. Gli oratori. Il passeggio serale per il corso. Il concerto della banda in piazza. Ora anche il cinema.

Vivevo altrove. Ad ogni ritorno frettoloso notavo poco i vuoti e le assenze, probabilmente perché nei luoghi dove si è imparato a vivere c’è sempre la nebbia dei ricordi.

 

 

Ad arrivarci in un pomeriggio d’estate, Osimo appare una città di garbata bellezza e nitore svizzero. Pochi clienti nei bar all’aperto. Un gruppo di badanti dell’est, allegre e loquaci, sulle panchine dei giardini pubblici. Il paesaggio immerso se non nel silenzio, in una rumorosità lontana attraversata da rare dissonanze.

 

La provincia non esiste più, ma i marchigiani di collina sono sensibili alle novità quanto alla tradizione.

Il venerdì di Pasqua la storica processione è apprezzata non soltanto da attempati cittadini, in strada e alle finestre, e da turisti venuti per l’occasione. I “sacconi”(divisa penitenziale) che scortano il catafalco con lampioni e “battistangole” (strumento di legno il cui suono ricorda il rumore delle percosse) aumentano ogni anno. Sono già più di trecento. Sempre più giovani. Arrivano verso i dieci-dodici anni e se ne vanno verso i sedici-diciassette, ma tornano in tanti appena passati i venti.

Nella città a luci spente, mentre il lungo corteo nero sfila con la banda e i canti addolorati (“che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore…”), il buio è folgorato da sequenze di imprevisti bagliori. Adolescenti osimani elegantini e fidanzatini, (devoti? disincantati? tecnologicamente compulsivi?), con i cellulari di ultima generazione filmano tutto per YouTube.

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