Dal trailer al film / “Notti Magiche” e promesse mancate

16 Novembre 2018

Il trailer di Notti Magiche di Paolo Virzì è evocativo, emozionale, incomprensibile. Sono presenti una serie di soggetti, temi, elementi, che vengono presentati alternativamente e che non riusciamo a tenere uniti: il calcio sotto forma di Mondiali (Italia 90, come ci ricorda il commovente pezzo di Gianna Nannini, che ne fu colonna sonora), il mondo del cinema, una storia d'amore. E poi, ancora, da capo, campionato del mondo, una sceneggiatura, a cui si aggiunge un omicidio su suggerimento di una bionda che, mostrandoci una foto, ci dice che “l'hanno ammazzato loro”. A suo dire, conoscerebbe i colpevoli. “Immagini che non avremmo mai voluto commentare”, il cronista della partita chiosa così, e nello stesso momento una macchina precipita scenicamente da un ponte finendo nel Tevere. “Volete fare gli sceneggiatori, ma non sapete fare gli spettatori”, continua qualcuno. Calcio, cinema, incidente, omicidio, amore. Quante cose. Infine, il trailer culmina esplodendo, e sospendendosi allo stesso tempo, laddove era iniziato: il ritornello della hit sparato a tutto volume torna a farci sognare. Sembra funzionare, ma che film ci stiamo preparando a vedere è difficile da dire. In mancanza d'altro, ci attacchiamo a questo, come elemento che riconosciamo familiare: una musica che cattura, avvolge, emoziona. Ma si tratta di una musica speciale, fortemente connotata, è quella dei mondiali, e il titolo del film, in questo senso, regge il gioco.

 

 

A guardare il trailer la scintilla della curiosità sembrerebbe non scoccare. Perlomeno non sul piano narrativo, se escludiamo una seduzione basica: quante storie ci sono dentro e come si tengono unite tra di loro? Ma è una domanda lasca, generica. L'impressione è che sappiamo troppo poco per volerne sapere di più. Si capisce che la storia riguarderà in qualche modo anche il cinema, ma non capiamo in nessun modo come. Le scommesse potrebbero iniziare al contrario, a partire da una scena che sembra emblematica, quasi fosse stata messa lì apposta. La macchina che rotola giù rovinosamente, proprio alle spalle dei distratti, ipnotizzati spettatori di Italia-Argentina. Potrebbe essere la metafora di una nazione; e ci crediamo, conoscendola. Un affresco sociale virziano. Nel calcio non facciamo fatica a individuare un sentimento di italianità. Ok, ci siamo. Italiani distratti a guardare la partita, il classico popolo di tifosi di calcio che neanche si accorge di un evento così eclatante. È un valido indizio, un'immagine chiave, forte, che potrebbe rivelare molto. 

 

E invece, difficile a credersi, il calcio è il vero grande assente del film. Le scene calcistiche presenti in Notti magiche sono né più né meno che quelle del trailer e, cosa ancora più rilevante, la stessa colonna sonora, regina del testo promozionale, non troverà nel film nessuno spazio. Al loro posto, una trama tripartita (in procinto di volgere in flashback per fare luce sugli eventi che iniziano un mese prima), che sarebbe stata il trailer perfetto: tre giovani sceneggiatori vengono convocati al commissariato perché coinvolti nelle indagini su un omicidio. Questo avrebbe fatto da collante tra gli elementi, conferendo unità al testo e suscitando la voglia di vedere cosa succedeva nella vita parallela dei tre finalisti al premio Solinas, ciascuno caratterizzato in modo diverso (operazione che da sempre a Virzì riesce particolarmente bene). Il tutto, sullo sfondo puramente ornamentale di Italia 90.

 

 

Ci saremmo aspettati che la “questione” calcistica avrebbe inciso sulla trasformazione degli eventi, anche solo in conclusione, a chiudere il cerchio della cornice, a ribadire almeno il suo ruolo di sfondo. Ma nel film non è così, e anche nel trailer è tutto sommato una forzatura. Dice talmente poco, e in maniera così frammentaria, che l'aspettativa di trama è oggettivamente bloccata da tutti i lati, e l'ingaggio avviene – di nuovo – esclusivamente in chiave musicale. Era strano pensare che l'omicidio riguardasse proprio gli sceneggiatori. Oppure che quello che sembrava un incidente (la macchina che cade) fosse in realtà un omicidio (che è la pista aperta dalla ragazza bionda). O ancora, che quella che sembrava una storia d'amore fosse più che altro un rapporto di amicizia – con un accenno di ménage à trois dagli echi truffautiani.

 

Forse da un'immagine così d'impatto (la caduta della macchina nella distrazione calcistica generale) ci saremmo aspettati di più? Avremmo piuttosto fatto meglio a ricordare che Virzì non è nuovo a ricavare i titoli dei propri film da frasi fatte: Baci e abbracci, Tutta la vita davanti, La prima cosa bella, Tutti i santi giorni, La pazza gioia… Versi di canzoni, proverbi, luoghi comuni. Notti magiche. Tutto qui: niente di meno, niente di più.

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