Speciale

San Lorenzo / Il canto del marinaio

10 Marzo 2022

Una volta i marinai cantavano assieme, sul mare e per terra. Sui grandi velieri i canti assecondavano le fatiche quotidiane, tirare le funi delle vele ad esempio. Come in tutti i canti di lavoro, i tempi dello sforzo dettavano il ritmo del canto, forme brevi che tendevano alla ripetizione; ne possiamo ascoltare uno – Haul Away – registrato negli Stati Uniti all’inizio degli anni Trenta (Robert Winslow Gordon Collection, The Library of Congress).

 

Poi c’erano i canti veri e propri, nelle pause sulle navi, e nelle licenze a terra. In Gran Bretagna, agli inizi dell’Ottocento, cantavano anche i marinai che non potevano più navigare, dopo una ferita o un infortunio in mare. Erano costretti a mendicare, come racconta un articolo anonimo comparso sulla rivista umoristica e satirica “Punch” del 1841.

L’articolo – per nulla umoristico, per la verità – descrive quella che doveva essere una scena comune nelle strade di Londra: gli abiti dei marinai-mendicanti, le parole rivolte ai passanti, le canzoni intonate per attirare la loro attenzione; del resto, il titolo del pezzo – Poor Jack – è anche, come vedremo, il titolo di una (allora) famosa canzone.

 

 


Il disegno che accompagna l’articolo inquadra il marinaio da dietro, perché così i lettori potessero vedere meglio l’armamentario che serviva ad attirare lo sguardo di chi camminava per strada. Una cassetta sulle spalle conteneva una bimba piccola “che guarda fuori – dice l’articolo – come dall’oblò di una nave”; in cima alla cassetta, il modellino di un grande veliero, che rappresenta – e qui il giornalista riporta le parole del marinaio – “la fregata di Sua Maestà (che Dio la benedica!) Billy-ruffian, sulla quale chi vi parla ha perduto un arto”.

 

Marinai che cercano di impietosire i passanti con canti e immagini: anche nelle strade delle città antiche doveva essere uno spettacolo consueto, se ne accennano due poeti latini di età imperiale. Giovenale (XIV, 295-302) depreca l’avidità che spinge i mercanti ad avventurarsi continuamente in mare e a salpare persino quando c’è una tempesta in arrivo. Alla fine, dice il poeta latino, la nave viene distrutta e, invece di grandi guadagni, il malcapitato deve coprirsi gli inguini con stracci e, per rimediare qualcosa da mangiare, deve chiedere l’elemosina mostrando, con l’aiuto di un’immagine, il proprio naufragio (“et picta se tempestate tuetur”).

 

Mentre se la prende con certi poeti del suo tempo – una declamazione magniloquente, quanto vuota – Persio (I, 88-90) richiama proprio l’immagine di un naufrago che canta e ostenta un’immagine della sciagura in mare: “E dunque, se un naufrago canta, dovrei cacciare il soldo? tu canti, portandoti al collo il quadretto di te sulla nave sfasciata? pianti veri, non scritti la notte, dovrà versare chi vuole convincermi coi suoi lamenti” (trad. L. Mondin). 

 

A distanza di secoli, dunque, situazioni analoghe – marinai senza più lavoro – determinano soluzioni simili, la ricerca della commozione grazie al canto e a immagini di navi. 

Nell’articolo del “Punch”, un settimanale rivolto a un pubblico schiettamente borghese e magari anche aristocratico, il marinaio in disgrazia viene osservato con un sorriso distaccato, con un po’ di simpatia e un po’ di commiserazione: anche il “povero Jack”, come tutti i marinai prima di lui, storpia in Billy-Ruffian il nome della gloriosa fregata Bellerophon, così che l’eroe della mitologia greca diventa “Billy, la canaglia”. 

Nominare quel vascello era un mezzo sicuro per farsi ascoltare da chi era in giro per Londra: la Bellerophon, dopo aver preso parte a grandi battaglie navali (tra queste Trafalgar), era diventata celebre quando nel 1815 aveva condotto a Plymouth Napoleone sconfitto. Un dipinto di John James Chalon mostra la nave in quella occasione, circondata da decine di barche a vela e a remi strabordanti di curiosi.

 

 

Quella sulla Bellerophon è solo una delle avventure raccontate dal “povero Jack”; c’è anche la cattura da parte di cannibali, dopo un naufragio, e lo scontro con una nave americana, a bordo della piccola Tolly-makus (immagino che il giornalista volesse far sorridere i suoi lettori mettendo di nuovo in bocca al marinaio una pronuncia distorta del nome del Telemachus, un cutter della marina inglese in servizio decenni prima).

 

Il marinaio raccontava queste avventure – vere o immaginarie, che importava? – e intanto cantava. L’articolo del 1841 è molto preciso sui titoli delle canzoni, perché sa che i lettori le conoscevano benissimo, come le conosce in buona parte anche il pubblico inglese di oggi; alcune si eseguono ancora nelle serate finali dei BBC Proms, alla Royal Albert Hall, serate in cui musica “classica” e musica “popolare” si affiancano in una combinazione che non ha paralleli in Italia.

Il cavallo di battaglia di Jack era un pezzo di Andrew Cherry (1762-1812), The bay of Biscay (diverso però dalla canzone tradizionale irlandese che ha lo stesso titolo). 

 

Era nel repertorio del marinaio anche una canzone celebre come Cease, rude Boreas (ma il titolo esatto è The Storm) di George Alexander Stevens (1710-1780); così famosa che nel 1809 il prolifico caricaturista Thomas Rowlandson ne fa la parodia per prendere in giro Sir William Curtis: al di sopra del testo, l’uomo politico viene ritratto mentre gozzoviglia con un gruppo di ufficiali a bordo di una nave.

Il povero marinaio intona poi un canto patriottico notissimo anche oggi, Rule Britannia, scritto da Thomas Arne verso la metà del Settecento. Ma il repertorio del povero marinaio si basava soprattutto sui pezzi di Charles Dibdin (1745-1814), autore di un gran numero di sea-songs e di canzoni d’amore; verso la fine della carriera egli si mise a organizzare spettacoli in cui presentava al pubblico i propri pezzi in una sorta di one-man-show

 

Tra le canzoni di Dibdin il marinaio sceglieva Poor Jack, e Lash’d to the helm, ma anche Lovely Nan e Tom Bowling, in cui l’autore aveva raccontato la morte in mare del fratello Thomas. Il pezzo, tra gli altri, è stato arrangiato ed eseguito anche da Benjamin Britten.

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