Greenery Pantone 15-0343 / Il colore dell'anno

1 Febbraio 2017

Il colore simbolo del 2017 è Greenery Pantone 15-0343. In italiano potremmo renderlo con 'verdura', ma nel senso in cui lo usava Dante piuttosto che nell'uso domestico attuale. Nel sito della ditta americana il nuovo colore, proposto per quest'anno, viene presentato in un breve video: balconi verdi nella città grigia, un tavolo apparecchiato con zuppa di piselli, una mela verde e una bottiglia di vetro verde, kiwi e avocado tagliati a fette, tasti e cover verdi del computer, smalto verde, anello verde, gonna verde di una donna in altalena, trucco verde di una bellissima donna di colore (nera), un cane bianco e nero, con un fazzoletto verde come collare che corre allegro su un tappeto di erba verde curatissima, quasi finta, foglie verdi primaverili bagnate dall'acqua. 

 

Miniatura delle Très Riches Heures del duca Jean de Berry, mese di maggio, Chantilly (Parigi, 1414-1416 ca).

 

L'orizzonte simbolico è chiarissimo: la sfumatura di verde proposta è precisamente quella delle prime foglie di primavera, allude alla rinascita, al risveglio e al rivitalizzarsi della natura e si associa alla freschezza dell'acqua e dell'aria pura, vuole ricreare in un mondo, impotente di fronte dalla disperazione dei migranti e minacciato dal terrorismo e dalla guerra, un angolo di serenità. La proposta viene da una grande azienda, Pantone Inc., fondata nel 1962 a Carlstadt nel New Jersey e ora parte del colosso americano X-Rite, che domina nel settore grafico, industriale e chimico. Nel catalogo dei prodotti troviamo le mazzette per grafici e pittori, ma anche oggetti comuni, come cartoline tazze taccuini e accessori, applicazioni per il cellulare e, addirittura, caffè e alberghi. Il tutto nasce dalla messa a punto di un sistema di classificazione dei colori che permette la loro traduzione per la stampa in termini di quadricromia – ciano, magenta, giallo e nero –, indicando per ciascuna sfumatura un codice numerico e, nel caso di colori più comuni, una definizione nominale (alcune nuove sfumature hanno richiesto però un numero di colori più elevato).

 

Pantone quindi ci propone il greenery e ci assicura la possibilità di abbinarlo con diverse palette di colori; addirittura un articoletto nel sito della ditta ci assicura che il verde rallenta gli ormoni dello stress. In effetti il verde si è affermato nella nostra società come colore della natura, dell'ecologia, della salute e della freschezza, ma anche della gioventù e della libertà. Anche la sua storia ne conferma la positività, almeno: un filone della sua storia.

 

Gianantonio Battistella, foto di Antonio Canova, Paolina Borghese come Venere vincitrice 2013.

 

Nonostante la difficoltà di traduzione dei termini che nelle lingue antiche indicavano la gamma dei verdi e le complesse discussioni sui diversi significati religiosi e simbolici, possiamo accennarne il valore positivo nella pittura egizia, nella quale richiama i valori di fertilità e fecondità e designa Osiride e il mare (Lia Luzzato, Renata Pompas, Il significato dei colori nelle civiltà antiche, Bompiani, Milano 2010, cap. V). 

 

Più discussa è la presenza del verde nel mondo greco e romano e nell'alto medioevo, ma certamente possiamo indicarne la rinascita all'indomani dell'anno Mille, come «colore cortese», colore allegro, ridente, esaltato dalla luce nelle vetrate, negli smalti e nella miniatura. Pastoureau suggerisce la possibilità di associare etimologicamente il latino viridis a ver, primavera, e racconta delle tre dame, vestite di verde, raffigurate nel mese di maggio delle Très Riches Heures del duca di Berry, miniatura quattrocentesca conservata nel castello di Chantilly. Il pappagallino verde, uccello prezioso, simbolo di bellezza e dotato di parola, rappresenta un dono dell'amore cortese, e all'ombra delle foglie dalla forma di cuore del tiglio, albero della musica delle api e della farmacopea, i fidanzati dell'età cavalleresca si scambiano promesse di felicità (Michel Pastoureau, Verde. Storia di un colore, Ponte alle Grazie, Milano 2013). 

 

Nathan Sawya, Green Knight in Lego, 2008. 

 

Brusatin conclude il suo libro sul verde con un capitolo dal titolo Il secol verde, verde-giallo dell'iprite, verde degli scout, verde di Greenpeace, ma anche verde della Lega padana, verdi malefici dell'invidia misti a verdi di speranza; in copertina il fotografo Gianantonio Battistella ci presenta una statua acefala di Antonio Canova, Paolina Borghese come Venere vincitrice, virata in verde (Manlio Brusatin, Verde. Storie di un colore, Marsilio, Venezia 2013). È lo stesso verde proposto da Pantone o perlomeno molto simile, ma ricorda la storia anonima e strana del Cavaliere verde, poema cavalleresco del ciclo di re Artù, della fine del XIV secolo, in cui si narra di Galvano che stacca di netto la testa dello sfidante il quale però la recupera e se la porta via sottobraccio in attesa della vendetta. Questo ci ammonisce che il verde è, come tanti altri colori, un colore ambiguo, seducente e insieme allarmante, è il colore della dea Fortuna, spesso vestita di verde ed è stato anche il colore del diavolo, dei mostri marini, dei draghi.

 

Martin Klippenberger, Rana crocifissa, Museion, Bolzano 1988. 

 

Sarà allora di buon augurio la proposta del verde Pantone 15-0343? Oppure dietro alle immagini laccate di un piccolo hortus conclusus sul terrazzo di una città moderna, accanto a un grattacielo grigio-azzurro, vediamo spuntare alcune immagini inquietanti dell'arte contemporanea? Solo due esempi: il Green Knight in Lego, realizzato dall'artista statunitense Nathan Sawaya con i famosi mattoncini e la Rana crocifissa di Martin Kippenberger, esposta postuma a Bolzano, nel Museion, e subito ritirata sotto l'accusa di blasfemia e che forse ha provocato l'allontanamento da Bolzano della direttrice, Corinne Diserens.

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